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Il caso di un uomo sciaffusano che ha confessato allo psichiatra di aver abusato della nipotina di 9 anni
Il TF: «I sigilli si possono togliere solo in caso di assenso da parte del paziente o di approvazione formale da parte dell'autorità cantonale»
LOSANNA - La giustizia sciaffusana non aveva diritto di far togliere i sigilli da un dossier medico di un uomo accusato di abusi sulla sua nipotina. Il Tribunale federale (TF) ha sottolineato che una simile decisione necessita dell'approvazione formale delle autorità cantonali competenti.
Nel febbraio 2018, un medico di famiglia aveva annunciato al Ministero pubblico che un suo paziente gli aveva confidato di aver abusato della nipote di 9 anni. L'uomo aveva appena passato una settimana in un reparto psichiatrico.
Un anno più tardi, la procura si è consultata con il Dipartimento dell'interno sui doveri di riservatezza del medico, sollevati dalla difesa. In uno scambio di mail, l'autorità ha stimato che si tratta di un caso da manuale di applicazione della legge cantonale sulla sanità, che prevede il sollevamento del segreto in caso di indizi che portano a gravi delitti, ad esempio contro l'integrità sessuale.
Posizione non ufficiale - Il Ministero pubblico ha quindi chiesto, e ottenuto dal Tribunale delle misure coercitive, che si togliessero i sigilli dal dossier contenente i colloqui psichiatrici.
Ora il TF ha però affermato che questo è possibile solo in caso di assenso da parte del paziente o di approvazione formale da parte dell'autorità cantonale. In questo caso, il dipartimento non ha mai approvato ufficialmente la misura e lo scambio di mail non può essere considerato una presa di posizione vincolante.
Il ricorso è quindi accolto e il dossier viene inviato alle autorità sciaffusane, che dovranno emettere una decisione formale sull'argomento.
