Le richieste di Vallese, Friburgo e Vaud sono state accolte: i militi saranno usati come appoggio nei sistemi sanitari.
Lo schieramento degli uomini in grigio-verde è sussidiario: «I Cantoni hanno dimostrato che tutti gli strumenti civili a loro disposizione sono stati esauriti».
LOSANNA - Le richieste dei Cantoni Vallese, Friburgo e Vaud volte a ottenere l'aiuto dell'esercito in appoggio dei rispettivi settori sanitari civili per far fronte alla pandemia di Covid-19 sono state accolte. Lo ha riferito oggi il divisionario Yvon Langel, nel corso di una conferenza stampa sull'imminente impegno dell'esercito a Ginevra.
Il comandante della divisione territoriale 1 ha anche indicato che dei militari sono già operativi a Chamblon (VD). In questo caso si tratta di volontari, che hanno risposto positivamente a un appello dell'esercito.
Come noto, nei prossimi giorni oltre 200 soldati delle compagnie sanitarie 1 e 2 interverranno nel canton Ginevra per assecondare il sistema di cura. Sono entrati in servizio oggi a Moudon (VD) per essere istruiti.
Davanti ai media l'alto ufficiale ha principalmente ribadito la filosofia che soggiace a tale intervento, già illustrata mercoledì da Viola Amherd, responsabile del Dipartimento federale della difesa e della protezione della popolazione (DDPS). Lo schieramento dei militari è sussidiario: «Lo scopo non è quello di sostituire il sistema civile, ma di assisterlo quando necessario», ha detto Langel.
«Al fine di soddisfare il criterio di sussidiarietà, i Cantoni dovranno dimostrare che tutti gli strumenti civili a loro disposizione sono stati esauriti», aveva sottolineato Amherd, annunciando la decisione del Consiglio federale secondo cui un massimo di 2500 militari potranno essere impiegati fino al 31 marzo 2021 in appoggio del settore sanitario civile. Anche i Cantoni di Berna e Giura hanno chiesto l'aiuto dei militari, aveva riferito la consigliera federale.