È quanto prevede la maggior parte degli svizzeri, come emerge da un sondaggio di 20 minuti e Tamedia
Nel frattempo oltre la metà dei cittadini si dice pronte a farsi vaccinare. Ma un obbligo per tutti è escluso
BERNA - Durante le vacanze di Natale, i comprensori sciistici elvetici potranno verosimilmente restare aperti. Anche se probabilmente dovranno adottare piani di protezione più severi, limitando pure le presenze. Altri paesi, tra cui la Germania e l'Italia, intendono invece ordinare la chiusura degli impianti almeno fino a dopo Natale.
Ma in quanti prevedono effettivamente di trascorrere le feste sulla neve? In Svizzera si tratta del 14%, che avrebbe anche già prenotato. Mentre un altro 13% sarebbe intenzionato a partire per la montagna, ma per ora segue ancora l'andamento della pandemia. Quasi la metà degli svizzeri (si parla del 47%) è invece già sicura di restare a casa. Una percentuale, quest'ultima, che è particolarmente alta (65%) tra gli over 65. Ma anche tra i 18 e i 34 anni un buon 35% è pronto a rinunciare. È quanto emerge da un sondaggio di 20 Minuti e Tamedia a cui hanno preso parte, dal 26 al 29 novembre 2020, oltre 14'400 persone provenienti da tutto il paese.
Insomma, le autorità federali hanno a più riprese invitato la popolazione ad adottare un comportamento responsabile con l'obiettivo di rallentare la diffusione del nuovo coronavirus. E i cittadini starebbero rispondendo positivamente alla raccomandazione. D'altronde - come si evince ancora dal rilevamento - il 40% degli interpellati ritiene che le misure adottate contro il coronavirus da Confederazione e Cantoni siano adeguate. Per il 41% si potrebbe invece fare di più.
Un Natale in pochi - Ecco dunque che sempre con prudenza ci si prepara anche per festeggiare il Natale. Infatti, soltanto il 7% degli intervistati ha deciso di rinunciarvi. Il 54% prevede invece dei festeggiamenti adattati alla particolare situazione, quindi con una cerchia ristretta di amici o familiari. Una decisione, questa, che vede una distribuzione abbastanza omogenea su tutte le fasce d'età. C'è comunque anche un 12% che dichiara di voler festeggiare come se la pandemia non ci fosse. In questo caso si tratta soprattutto di giovani tra i 18 e i 34 anni, e anche di una maggioranza di persone che non intendono in alcun modo farsi vaccinare contro il coronavirus.
Più in generale, durante questa seconda ondata si osserva inoltre una limitazione dei contatti. Una limitazione che avviene su indicazione delle autorità federali e cantonali, ma senza un vero e proprio lockdown. Attualmente - secondo quanto emerge dal sondaggio - la metà della popolazione afferma di mantenere i contatti con due-quattro persone al di fuori della propria economia domestica. Un 23% arriva fino a dieci. Ma solo il 9% va oltre. In quest'ultimo caso si tratta soprattutto di giovani.
In attesa del vaccino - Il Natale lo passeremo senza un vaccino, come ha anche detto di recente il consigliere federale Alain Berset. Ma poi le prime dosi sono attese in Svizzera nella prima metà del 2021. Un obbligo di vaccinazione è attualmente escluso dalle autorità. E anche il 75% degli intervistati si dice contrario. C'è un consenso più ampio (45%), invece, nei confronti di un obbligo per i gruppi a rischio, come per esempio il personale sanitario.
Perché abbia un effetto stabilizzante, sarà però necessario che il 60% della popolazione si faccia vaccinare. Da questo punto di vista, potremmo essere sulla buona strada: secondo il rilevamento, il 53% dei cittadini (soprattutto uomini e persone che hanno molta fiducia nel Consiglio federale) sarebbe infatti intenzionato a vaccinarsi. Il 42% lo esclude. E un 5% è ancora indeciso.
Il sondaggio
Sono 14'470 le persone da tutta la Svizzera che dal 26 al 29 novembre hanno preso parte al sondaggio di 20 minuti e Tamedia sulla pandemia. Queste rilevazioni vengono condotte in collaborazione con LeeWas, che pondera i dati in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine d'errore si attesta all'1,5%. Più informazioni su tamedia.ch/umfragen