Olfatto e gusto in cortocircuito a causa del coronavirus, è un sintomo più comune di quanto non si pensi
L'esperta: «C'è chi guarisce in fretta, per gli altri non sappiamo ancora se potrà essere permanente o meno».
ZURIGO - Il profumo dei biscotti nel forno, la cera delle candele, quello dei rami di pino. E poi il sapore di un manicaretto di famiglia sui fornelli, il piacere di un bicchiere di vino o di spumante. Questo è un Natale come quello di tanti, forse anche il vostro.
Ma non è certo quello di Yorick, 36enne di Basilea, e di sua moglie. Entrambi ammalati di coronavirus poco prima dell'estate, non hanno ancora recuperato né il gusto né l'olfatto.
Il cenone, quindi, è un mix fra lo sciapo e il vero e proprio fastidio. E non sono soli, molti altri hanno raccontato a 20 Minuten le loro disavventure sensoriali causa Covid-19 (le trovate nei box qui sotto).
«Prima andavo letteralmente pazza per i cetrioli sottaceto, adesso non riesco più a mangiarli. Hanno un sapore sgradevole, come di verdura marcia. E ho problemi anche con il mio docciaschiuma preferito, ora ha un odore completamente diverso» - Martina, 24 anni
I disturbi di questo tipo per chi si è ammalato sono parecchio comuni: si arriva anche al 70% del totale per disturbi di varia entità. Se in alcuni casi si parla di sintomi simili al raffreddore, in altro può però capitare che la perdita è spesso rilevante. «In alcuni casi vi è anche una sorta di sostituzione», spiega la ricercatrice Kathrin Ohla al lavoro sul tema con un consorzio internazionale, «ai sapori e odori di pietanze preferite si sostituiscono quelli di bruciato, ammoniaca, spazzatura e addirittura feci».
«È passato un mese dal mio tampone positivo e non ho ancora riacquistato né il gusto né l'olfatto. La carne sa di carta... Ho anche l'asma, e non riesco a farmela passare» - Marc, 27 anni
Ma come succede? «Il virus aggredisce la mucosa nasale e la danneggia, in alcuni casi anche in maniera permanente», spiega Ohla, «queste perdono la capacità di captare le molecole odorose». Per quanto riguarda il recupero, sono ancora molti i punti interrogativi: «in generale dopo un mese le cose vanno a posto per la metà degli interessati, dopo 3 per l'80%. In questo momento non sappiamo ancora se, per altri, il danno possa risultare permanente».
«Da quando mi hanno diagnosticato il coronavirus ho grandi problemi con gusto e olfatto. Per esempio se qualcosa è soffritto con olio, cipolle e aglio per me ha l'odore dei piedi» - Tina, 30 anni
Quali gli effetti sulla persona colpita? «Sono importanti, possono generare insicurezza, perché non ci si rende conto se si puzza o meno, così come ansia: si perde la facoltà di percepire odori d'importanza vitale, come il fumo o il gas. Poi ci sono i piaceri della vita, sentire l'odore di chi si vuole bene, godersi i profumi e i sapori. Chi ne soffre, può anche rischiare la depressione».
«Da quando ho avuto il Covid, sento il sapore e l'odore dell'alcol nelle cose in maniera fortissima, come se fosse alcol puro. Nelle bevande, nei profumi e anche negli spray. La birra non l'apprezzo più così tanto, è quasi come bere vodka per me... Per quanto riguarda il cibo, sento tantissimo la cipolla» - Tim 21 anni
Cosa si può fare, nel caso succeda? «È un po' triste dirlo, ma non molto. Una cosa che può aiutare è provare a ritrovare gli odori da soli, facendo esercizi olfattivi (anche a occhi chiusi). Magari facendosi aiutare. Non sempre è utile, però, e non tutti ne traggono beneficio».