Il lavoro degli universitari sull'evoluzione della pandemia è diventato un punto di riferimento in tutto il mondo
«È stato il supercomputer di Lugano la nostra salvezza. Elabora i nostri dati in tempi record, con risultati davvero affidabili».
GINEVRA - «Ho iniziato a twittare delle previsioni sull’evoluzione dei contagi da Covid-19 il 26 gennaio 2020. All’inizio lo facevo per 15-20 paesi. Poi a febbraio sono esplosi in Italia, Iran e Corea del Sud. È stato allora che Christine Choirat, una collega dell’EPFL, mi ha contattato per propormi di automatizzare quello che facevo sui 209 paesi del mondo». Inizia così la “storia” del sito svizzero Covid-19 Daily Epidemic Forecasting. A raccontarla a 20 minutes è il suo ideatore, Antoine Flahault, direttore dell’Istituto della salute globale dell’Università di Ginevra.
La soluzione ticinese - Ma il progetto era impegnativo. Così in febbraio è stato creato un “consorzio” di dieci università. «Cinque analisti lavoravano a tempo pieno sui modelli matematici per trovare l’opzione migliore - prosegue l’esperto dell’Università di Ginevra -. Inizialmente ci siamo affidati al “doubling time”, che funziona bene con le crescite esponenziali, ma si è subito rivelata insoddisfacente, perché i tempi erano lunghi e i risultati arrivavano tardi». È allora che è arrivata in soccorso la soluzione ticinese: il supercomputer di Lugano (il "Piz Daint" del Centro Svizzero di calcolo scientifico CSCS tre anni fa è finito al al terzo posto della classifica "Top 500" dei calcolatori più veloci al mondo). «Impiegava solo undici ore per trattare i nostri dati, con due aggiornamenti quotidiani, con risultati davvero affidabili».
Interesse da tutto il mondo - Le visite al sito sono aumentate, da tutto il mondo. Alla fine della primavera è stato il Centro di politica sanitaria di Atlanta a contattare la Svizzera. «Volevano che affinassimo i risultati degli stati americani». Stessa domanda è arrivata dal Canada. Ma pure dall’interno, con i medici cantonali che in maniera ufficiosa domandavano l’estrapolazione dei dati.
La pressione sulla Francia - «Un giorno - racconta Flahault - mi sono lamentato in un tweet che Parigi non forniva più i dati epidemiologici durante il fine settimana. Ventiquattro ore dopo, la direttrice della Sanità pubblica francese mi ha chiamato per dirmi che avevano diritto a due giorni “di riposo”. Le ho risposto che no, non era possibile “quando hai una barca in piena tempesta”. E… i dati sono arrivati». L’epidemiologo (anche membro della task force Covid-19 della Confederazione) ha tentato lo stesso approccio con la Svizzera, ma senza successo.
«Previsioni affidabili» - Attualmente le previsioni presenti sulla piattaforma sono calcolate sull’arco di sette giorni per numero di casi e decessi quotidiani, oltre al tasso di riproduzione. I paesi più toccati dal Covid-19 sono visibili nella mappa (inserita in giugno) “Risk map”. «Ovviamente non è facile stabilire il margine d’errore. Ma le nostre previsioni sono affidabili - conclude Flahault -. Lo sono fino a quando non intervengono dei cambiamenti drastici, come il lockdown».
Utile per fare previsioni e progetti - Il prossimo passo sarà il confronto tra le previsioni e i dati reali. Ma solo quando la situazione “si sarà calmata”. Prossimamente il sito conterrà anche i dati sulle vaccinazioni. Il team non si ferma. E ha l’obiettivo di fare previsioni a più lungo termine. «La sfida è riuscire a guardare aldilà del limite dei sette giorni. Allora sarà davvero utile. “Anticipare il futuro” permetterà delle migliori decisioni a livello politico e darà la possibilità anche alla gente di fare progetti».