La fornitura acquistata a marzo 2020 da Emix mette sotto pressione Viola Amherd e il Ddps. E si indaga per usura
Si tratta di un ordine da 22 milioni di franchi
BERNA - Un ordine da 22 milioni di franchi che fa discutere, quello fatto lo scorso marzo dall'esercito al grossista Emi Trading AG. Il motivo, come riportato in precedenza dalla SonntagsZeitung, sono i prezzi molto elevati degli articoli, fra questi spiccano mascherine protettive di tipo FFP2 pagate fino a 9.90 al pezzo.
«È un prezzo alto, anche tenendo conto del momento e del contesto», conferma al domenicale Markus Näf coordinatore degli acquisti del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). In quel momento erano diversi gli stati a correre ai ripari, innestando un gioco di speculazioni che ha arricchito molti. Malgrado ciò la Svizzera ha comunque pagato molto di più i suoi acquisti rispetto ad altre nazioni confinanti come Italia, Francia e Germania.
«Viola Amherd intervenga»
La questione è finita anche sui banchi di Palazzo Federale, la Commissione della Gestione ha aperto un'indagine a riguardo. A fare pressione in parlamento anche un'interrogazione della socialista Franziska Roth che vuole che si preoccupa di ulteriori sperperi e chiede che sia fatta chiarezza: «Viola Amherd deve intervenire sulla questione, si rischia di danneggiare irrimediabilmente la fiducia nel DDPS».
Sempre Näf, dal canto suo si smarca: «Non ero coinvolto negli accordi con Emix, all'epoca non lavoravo ancora come coordinatore», spiega. La sua entrata in carica, scrive la SonntagsZeitung, iniziata formalmente il 26 marzo 2020 coincide con le ultime consegne degli ordini da parte del grossista.
«In ogni caso il prezzo massimo d'acquisto è in linea con le direttive dell'Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) di quel periodo, che era di massimo 10 franchi al pezzo», ribadisce, «anche il budget è stato approvato dall'UFSP». Sanità Pubblica che però nicchia a sua volta: «Se c'è un responsabile di questa situazione va cercato all'interno del DDPS, non altrove».
Unica certezza, in questo gioco di rimpalli, è chi ha voluto e a chi sono arrivate queste mascherine: l'esercito. L'ordine, infatti, è stato fatto per conto della farmacia dell'esercito, che conferma la firma sul contratto d'acquisto. Responsabile dal punto di vista delle finanze era l'ufficiale medico capo Andreas Stettbacher. Stando alla SonntagsZeitung alcuni anni fa era stato indagato per la sua gestione delle spese ma il tutto si era poi risolto in un nulla di fatto.
E a Zurigo si indaga per usura
Mascherine che il 26 febbraio costavano 7,50 e un paio di giorni dopo 9,50 e - a fare l'ordine - era l'ospedale di Bienne. Nessuna delucidazione, né la possibilità di visionare una ricevuta con il prezzo d'acquisto. Un incarto di alcune email di scambio, per un acquisto che poi non si è finalizzato, è alla base di un'indagine per usura aperta nel canton Zurigo nei confronti di Emix Trading AG. Per l'azienda, contattata dal domenicale, nulla di strano: si trattava «di normali fluttuazioni di mercato dovuta alla grande domanda».