Durante l'autunno sono calati i passeggeri. Per l'ultima settimana del 2020 le FFS parlano di una diminuzione del 60%
BERNA - La seconda ondata della pandemia di coronavirus ha colpito duro il traffico ferroviario passeggeri. Durante il periodo ottobre-dicembre, i viaggiatori hanno percorso complessivamente 3,06 miliardi di persone-chilometri, il che corrisponde a un calo del 44% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Pure nel quarto trimestre dunque, sottolinea in una nota odierna il Servizio d'informazione per i trasporti pubblici (Litra), la domanda è nettamente diminuita a causa del Covid-19. Con l'autunno, il numero dei contagi è tornato ad aumentare, mantenendosi a un livello elevato anche nei mesi successivi.
Le misure introdotte da Cantoni e Confederazione, come lo stop alle manifestazioni, gli orari ridotti o la chiusura totale dei ristoranti e l'home office, hanno condotto a una sensibile riduzione della frequentazione dei mezzi pubblici, scrive la Litra.
Secondo le cifre delle FFS, nell'ultima settimana del 2020 l'occupazione dei convogli è stata del 60% rispetto agli stessi giorni dell'anno prima nel traffico regionale e del 50% in quello a lunga percorrenza.
Il virus non sembra invece aver fatto nemmeno il solletico al trasporto merci su rotaia. La domanda (ammontata a 2,97 miliardi di tonnellate-chilometro) è anzi cresciuta dell'1,3% su base annua, indica l'organizzazione.
La pandemia continuerà a influenzare il settore dei trasporti pubblici anche nel 2021. In particolare, l'obbligo relativo al telelavoro imposto dal Consiglio federale il 18 gennaio avrà importanti ripercussioni sugli spostamenti di chi abitualmente fa il pendolare. La Litra è sicura che nel primo trimestre la domanda sarà decisamente più bassa della media pluriennale, che si situa a circa 5 miliardi di persone-chilometri.