Secondo il Consiglio nazionale, l'iniziativa per proteggere i fanciulli dal tabacco «si spinge troppo lontano».
Sostenuta da PS, Verdi e Verdi Liberali, chiede di vietare ogni forma di pubblicità sul fumo che raggiunge bambini e giovani.
BERNA - Occorre proteggere i giovani dal fumo, ma l'iniziativa "Fanciulli e adolescenti senza pubblicità per il tabacco" si spinge troppo lontano. È questa in sintesi la posizione del Consiglio nazionale, che oggi ha bocciato con 96 voti a 84 e 7 astensioni il testo depositato nel 2019 da organizzazioni giovanili e per la tutela della salute. Il plenum ha seguito il consiglio del Governo, preferendo intervenire nel disegno di legge attualmente al vaglio del Parlamento.
L'iniziativa - sottoscritta da 109'969 persone - è stata sostenuta da PS, Verdi e Verdi liberali, mentre Alleanza del Centro, PLR e UDC l'hanno respinta. Essa chiede di vietare ogni forma di pubblicità del tabacco che raggiunge bambini e giovani, sulla stampa, Internet, sui manifesti, nei cinema e nei punti vendita. Sarebbe vietata anche la sponsorizzazione di eventi e le sigarette elettroniche sarebbero regolamentate come quelle tradizionali. Rimarrebbe possibile la pubblicità rivolta unicamente agli adulti.
«È un'iniziativa equivoca», ha affermato Benjamin Roduit (Centro/VS). «Meglio un compromesso che permetta di proteggere sia i giovani che la libertà degli adulti di fumare», gli ha fatto eco il collega Lorenz Hess (Centro/BE), aggiungendo che il divieto dello sponsoring di festival metterebbe a repentaglio queste manifestazioni. Non solo, secondo Lorenzo Quadri (Lega/TI) sarebbe colpito il settore pubblicitario, ma anche la vendita al dettaglio e la libertà costituzionale di commercio.
«L'iniziativa è troppo estrema, anche se riconosciamo il potenziale dannoso del fumo e il bisogno d'intervenire», ha sintetizzato Regine Sauter (ZH) a nome dei liberali radicali. «L'industria che produce prodotti del tabacco deve anche poterli pubblicizzare, altrimenti andremmo incontro a una violazione della libertà economica». Secondo Olivier Feller (PLR/VD) «è meglio lavorare in modo pragmatico e agire nella legge».
I democentristi hanno posto l'accento sul fatto che i prodotti del tabacco sono legali e sulle possibili conseguenze economiche. Secondo Andreas Glarner (UDC/AG) «il divieto toccherebbe potenzialmente 11'500 posti di lavoro». I promotori sono dei «salutisti fondamentalisti», ha poi sentenziato, chiedendosi se il prossimo passo non sarà un divieto di pubblicità per i SUV, la carne, le patatine, la cioccolata. Per Piero Marchesi (UDC/TI) le disposizioni in vigore sono già restrittive ed è meglio puntare sulla prevenzione che non sui divieti.
«Non si tratta di un divieto di fumare, ma di pubblicità», ha puntualizzato Flavia Wasserfallen (PS/BE), facendo notare come ogni anno in Svizzera muoiano 9'500 persone a causa delle malattie legate al fumo. «Anche le sigarette elettroniche non sono certo pensate per smettere, ma per cominciare, grazie all'immagine cool trasmessa dalla pubblicità».
Più della metà dei fumatori (57%) ha iniziato quando era minorenne, ha aggiunto Yvonne Feri (PS/AG), precisando che se i bambini e i giovani non iniziano prima dei 18 anni, probabilmente non fumeranno mai in vita loro. «Gli oppositori argomentano con la libera imprenditorialità e la mancanza di fondi per le manifestazioni, ma il fumo causa costi sociali per 4-5 miliardi di franchi all'anno, ossia molto di più».
Léonore Porchet (Verdi/VD) ha sottolineato come i «produttori puntino proprio ai giovani, i consumatori del futuro», mentre Michel Matter (PVL/GE) ha tracciato un parallelo tra i 10'000 morti in Svizzera per Covid-19, «cifra enorme», e le vittime ogni anno del tabacco, che sono altrettante. «È troppo chiedere che questo Paese protegga la gioventù?», si è chiesto retoricamente.
Jon Pult (PS/GR) ha rilevato l'incongruenza di vietare la vendita di questi prodotti ai giovani, ma non la pubblicità a loro destinata. Voci controcorrente, la democentrista Verena Herzog e la liberale radicale Isabelle Moret (VD) hanno raccomandato al plenum di approvare l'iniziativa. «Perché permettere la pubblicità di un prodotto che uccide la metà dei suoi utilizzatori?», ha chiesto la vodese.
Il consigliere federale Alain Berset ha riconosciuto la necessità di agire a livello di protezione dei giovani dal tabacco e ricordato l'alto numero di vittime e i costi sanitari elevatissimi. «In questo contesto la Svizzera è in ritardo», ha riconosciuto. Però l'iniziativa non nasce dal nulla: attualmente al vaglio del Parlamento c'è il disegno di legge sui prodotti del tabacco (LPTab), ha ricordato, aggiungendo che è preferibile introdurre nuove restrizioni in questo quadro, e raccomandando la bocciatura.
La LPTab dovrebbe consentire alla Svizzera di sottoscrivere una convenzione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Essa prevede un divieto di consegna ai minorenni su scala nazionale. Uno dei punti più controversi è la pubblicità e la promozione delle sigarette, attualmente vietata solo in radio e alla televisione. I "senatori" hanno per ora deciso di estenderlo ai giornali e ai siti web visitati dai minori.
Il Nazionale ha invece optato per una formulazione meno restrittiva, con un divieto solo sui media destinati ai minori di 18 anni, ma non sugli altri. Inoltre, la pubblicità sarebbe in gran parte vietata nei cinema e negli spazi pubblici, così come sui manifesti visibili su suolo pubblico.
Il dossier va agli Stati.