L'economia si schiera contro la Legge sul CO2 in votazione il prossimo 12 giugno: «È costosa, inutile e ingiusta».
Secondo un comitato, a pagare il prezzo più alto sarebbero soprattutto i ceti medio bassi. «La Svizzera sta già facendo molto per il clima. Le emissioni pro capite sono diminuite del 24% negli ultimi dieci anni».
BERNA - Troppo costosa, inutile e ingiusta: la benzina e il diesel aumenterebbero di 12 centesimi al litro, la tassa sull'olio da riscaldamento e sul gas raddoppierebbe, i sistemi di riscaldamento a nafta e a gas verranno praticamente vietati. A farne le spese saranno soprattutto i redditi medio-bassi. Per questi motivi un comitato economico ha chiesto oggi di bocciare la Legge sul CO2 in votazione il prossimo 13 giugno.
Anche chi risiede nelle regioni periferiche e dipende dalla propria automobile per gli spostamenti sarebbe svantaggiato. Inoltre, le nuove «tasse miliardarie», come quella sui biglietti aerei, non avrebbero alcun effetto sul clima globale, perché la Svizzera è responsabile solo dello 0,1% delle emissioni globali di CO2.
Se approvata, la nuova legge danneggerà il nostro Paese: il costo del lavoro aumenterà. Ciò peserà sulle famiglie, senza contare un aumento della burocrazia, ha sostenuto il consigliere nazionale Christian Imark (UDC/SO) in conferenza stampa. La legge è insomma antisociale e ingiusta, senza contare che le aziende energivore si trasferiranno all'estero.
Nel contesto attuale non si dovrebbero imporre ulteriori oneri all'economia, ha aggiunto il presidente di GastroSuisse Casimir Platzer facendo riferimento alla crisi del coronavirus. La Svizzera sta già facendo molto per il clima, ha detto il segretario generale della Federazione padronale vodese Christophe Reymond: «Le emissioni pro capite di CO2 sono diminuite del 24% negli ultimi dieci anni».
Da parte sua, la consigliera nazionale e membro del consiglio direttivo dell'USAM Diana Gutjahr (UDC/TG) ha evidenziato come i costi supplementari dovuti al previsto rincaro dei carburanti ammonteranno rapidamente a qualche centinaio di franchi all'anno. Per le aziende le spese aggiuntive saranno anche maggiori. Inoltre, le limitazioni ai riscaldamenti a nafta e gas, che de facto corrispondono a un loro divieto, metteranno in difficoltà i proprietari delle case meno recenti, ha sottolineato la turgoviese.
Il comitato comprende associazioni come l'unione svizzera dei venditori e importatori all'ingrosso Commercio Svizzera, la federazione dell'albergheria e della ristorazione Gastrosuisse, l'Associazione svizzera dei proprietari fondiari, la sezione zurighese dell'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) così come associazioni legate al settore automobilistico e dell'olio da riscaldamento. La scorsa settimana, oltre 200 associazioni economiche e aziende avevano presentato le loro argomentazioni a favore della revisione legislativa. Oggi anche "l'iniziativa delle Alpi" ha sostenuto la nuova Legge definendola «cruciale» per la flora e la fauna alpina.