Delegato al Consiglio d'Europa, il parlamentare neocastellano Damien Cottier fornisce una visione d'insieme sul tema.
Dalle limitazioni fastidiose per chi dovesse esserne sprovvisto a quelle decisamente più problematiche. E poi c'è la differenza fra settore pubblico e settore privato.
NEUCHÂTEL - Un'opportunità, perché permetterà di ritrovare alcune libertà, ma anche un rischio, perché potrebbe discriminare alcune persone rispetto ad altre. Intervenuto sulla Rts (parole riprese poi da lematin.ch) il delegato al Consiglio d'Europa sulla questione del passaporto vaccinale Damien Cottier ha espresso il suo pensiero su un argomento che si è fatto col passare dei mesi sempre più d'attualità (e complesso).
Per il consigliere nazionale neocastellano (PLR) il rischio maggiore è infatti quello di creare una società a due livelli, dove da una parte ci sono le persone vaccinate che possono fare quasi tutto, mentre dall'altra quelle non vaccinate (per scelta o meno) e per questo soggette a maggiori restrizioni. «Dobbiamo stare molto attenti che il divario non si allarghi e soprattutto che non ci sia un uso politico di questo strumento».
Dal fastidioso al molto problematico - A livello internazionale, accettare la necessità del vaccino per i viaggi «non presenta grandi difficoltà», secondo Cottier. È l'applicazione nazionale che apre molti interrogativi. Le persone che non sono vaccinate, per motivi di salute o perché di età inferiore ai 18 anni, rischiano di subire una limitazione della loro libertà. «Se non hai accesso alla piscina, al cinema o alle attività del tempo libero, è fastidioso. Se non puoi più andare in un luogo di culto o al ristorante, diventa già più problematico. Infine, se non hai più accesso a servizi essenziali come la formazione, la sanità, i servizi sociali, se perdete il lavoro a causa di ciò, diventa decisamente molto problematico», sottolinea.
Differenza fra pubblico e privato - Quanto alla differenza nell'utilizzo del passaporto Covid-19 nel settore pubblico e privato, precisa che a Berna la riflessione è in corso: «Per quanto riguarda il settore pubblico, i servizi devono essere accessibili a tutti. Non ti può essere vietato di andare a scuola o di prendere l'autobus solo perché non hai il passaporto. Per quanto riguarda il settore privato, invece, esiste la libertà contrattuale. Ad esempio, un esercente può scegliere chi far entrare nel suo ristorante. Ma anche qui ci sono differenze, perché sarebbe problematico se non tutti avessero accesso a ciò che è essenziale».
Damien Cottier ritiene comunque che il passaporto vaccinale sia un'ottima cosa: «Ci sono libertà che potremo riconquistare, ma dall'altro lato questo strumento non deve creare importanti problemi a certe categorie della popolazione».