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SAN GALLOIl monito ai no-mask: «Non venite a Rapperswil-Jona»

23.04.21 - 11:48
La polizia cantonale avverte i manifestanti che intendono protestare nonostante il divieto imposto dalla Città.
Keystone (archivio)
Il comune sangallese non vuole che si ripetano i fatti di Liestal.
Il comune sangallese non vuole che si ripetano i fatti di Liestal.
Il monito ai no-mask: «Non venite a Rapperswil-Jona»
La polizia cantonale avverte i manifestanti che intendono protestare nonostante il divieto imposto dalla Città.
La marcia, organizzata dall'organizzazione "Stiller Protest" e che avrebbe dovuto aver luogo domani, non è stata infatti autorizzata dal Comune.

SAN GALLO - Come noto il Comune di Rapperswil-Jona non ha autorizzato la marcia di protesta organizzata dagli oppositori alle misure contro la pandemia che avrebbe dovuto aver luogo domani. Ma nonostante il divieto, le autorità locali si aspettano che qualche "no mask" ribelle si presenti comunque all'appuntamento. 

Per questo motivo la polizia cantonale di San Gallo, alla vigilia, lancia un monito agli eventuali trasgressori. «Non venite a Rapperswil-Jona. Assumetevi le vostre responsabilità nel rispetto della vostra salute, di quella degli altri e di quella degli agenti».

I precedenti - Dietro alla manifestazione (bocciata) di Rapperswil-Jona troviamo l'associazione "Stiller Protest" (Protesta silenziosa), creata da una famiglia dell'Oberland zurighese. Lo stesso gruppo aveva riunito circa ottomila persone, la maggior parte senza mascherina, lo scorso 20 marzo a Liestal (BL). La prima loro marcia si era invece tenuta in novembre a Zurigo con circa 50 partecipanti. In dicembre si sono tenute manifestazioni analoghe, con qualche centinaia di persone, a San Gallo, Aarau, Wohlen (AG) e Zugo. Mentre dall'inizio di marzo le proteste sono aumentate d'intensità con i quattromila di Coira e gli ottomila di Liestal.  Un altro evento sul generis - previsto il 10 aprile in una fattoria alla periferia di Altdorf - era stato bocciato dal Governo del canton Uri.

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COMMENTI
 

volabas56 3 anni fa su tio
Il problema non è la protesta in se', ma come la si fa. Se si fa pacificamente ( e si puo' benissimo far capire le proprie convinzioni), va bene , quando invece è lo spunto per dar sfogo alla violenza e fare danni questo va condannato. E chi fa danni li deve poi pagare di tasca propria e non il solito sfigato contribuente.

pillola rossa 3 anni fa su tio
Risposta a volabas56
La violenza viene spesso attuata dagli antagonisti per gettare discredito sui dimostranti.

Lore61 3 anni fa su tio
Adesso ci vuole l'autorizzazione per protestare... Questi sono fuori di testa, è come se per fare una guerra si deve chiedere il permesso XD. Se uno protesta è perché non gli va le imposizioni, quindi le fa comunque, che lo vogliano o no!

Tato50 3 anni fa su tio
Risposta a Lore61
Un conto è protestare civilmente ma purtroppo certi energumeni ne approfittano per sfogare la loro dabbenaggine spaccando tutto quello che gli capita sottomano. Sono questi da isolare e purtroppo ci sarebbe una sola soluzione ;-((

pillola rossa 3 anni fa su tio
Dimostrate che la mask previene la diffusione dei virus, poi definite che chi non la porta è un ribelle, altrimenti è solamente una persona razionale.
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