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SVIZZERAQuando l'apprendista cuoco diventa poliziotto (per forza)

11.05.21 - 08:03
Giovani costretti a trovare un lavoro di ripiego a causa della crisi del coronavirus
Archivio Depositphotos (immagine illustrativa)
Fonte 20 Minuten / Bettina Zanni
Quando l'apprendista cuoco diventa poliziotto (per forza)
Giovani costretti a trovare un lavoro di ripiego a causa della crisi del coronavirus
Si tratta di una situazione frustrante, che però potrebbe anche permettere di cogliere nuove opportunità

ZURIGO - I giovani cuochi stanno terminando la loro formazione. Ma poi cosa faranno? Una volta che avranno il diploma, saranno costretti a cambiare a strada. Luca andrà per esempio in polizia, mentre David comincerà la scuola reclute, dove lavorerà in cucina.

Di recente episodi come questi stanno diventando la consuetudine, osserva Bruno Lustenberger di GastroSuisse. Questo perché molti apprendisti al termine della loro formazione hanno inviato innumerevoli candidature, ricevendo però soltanto risposte negative a causa dell'attuale situazione economica. «Per loro è frustrante se una volta diplomati non hanno la possibilità di lavorare nel settore a cui miravano».

Nel settore della ristorazione si stanno pertanto concretizzando i timori dei formatori: per i giovani aumenta il rischio di dover scegliere una soluzione di ripiego nel momento in cui ottiene il diploma, come si legge anche sul periodico Skilled dell'Istituto federale svizzero per l'istruzione e la formazione professionale (IUFFP).

In Svizzera i lockdown hanno colpito in particolare i settori della gastronomia, degli eventi, del fitness e dei viaggi. E negli scorsi giorni Swiss ha inoltre annunciato il taglio di 650 posti a tempo pieno. «È prevedibile che saranno sempre di più i giovani che al termine di un apprendistato dovranno accettare un lavoro che non corrisponde alla loro formazione» afferma Irene Kriesi, docente allo IUFFP, interpellata da 20 Minuten. A queste conclusioni si giunge sulla base di studi internazionali con persone che sono entrare nel mercato del lavoro durante la recessione economia.

 «Se in determinati settori mancano posti di lavoro, chi ha seguito le relative formazioni deve accettare altri impieghi per i quali sono troppo o troppo poco qualificati» afferma ancora l'esperta. Per esempio, invece di entrare nel settore della gastronomia, qualcuno potrebbe accettare un lavoro come addetto alle pulizie o nel commercio al dettaglio, con possibili inconvenienti a lungo termine. C'è infatti il rischio di faticare ulteriormente per dare il la alla propria carriera. «Restano indietro professionalmente».

Ma non si tratta, appunto, soltanto della ristorazione. Il problema riguarda, per esempio, anche le agenzia di viaggio. Kriesi ritiene che gli impiegati appena diplomati abbiano ripiegato su un altra attività nel settore commerciale. «Ma non potranno utilizzare la loro conoscenza specialistica per i viaggi e potrebbero dover fare i conti con uno stipendio inferiore».

Anche Professional, la piattaforma per gli apprendisti e i giovani lavoratori diplomati, sta osservando il fenomeno. «Negli ultimi tre mesi la richiesta di posto di lavoro da persone che cambiano carriera è quasi raddoppiata» afferma il co-fondatore Janis Grunder. Secondo lui si tratta di una conseguenza della crisi del coronavirus.

Da una parte, lo IUFFP ritiene che i datori di lavoro debbano essere sensibilizzati sul fenomeno. Dall'altra, gli esperti affermano che la situazione non porta soltanto svantaggi: «Se i giovani diplomati non trovano una posizione adeguata, possono affrontare un'ulteriore formazione che altrimenti non avrebbero seguito» dice ancora Kriesi.

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