L'uomo è stato condannato in Brasile. Si parla di almeno 21,7 milioni di denaro sporco.
ZURIGO/SAN PAOLO - Sette anni e otto mesi. Da scontare. Anche se in un carcere semi-aperto, a minore sorveglianza. Un ex banchiere di BSI, con doppia cittadinanza svizzera e spagnola, è stato condannato in Brasile per aver riciclato, fra il 2010 e il 2013, almeno 21,7 milioni di dollari (19,5 milioni di franchi al cambio attuale) in relazione allo scandalo tangenti che ha coinvolto politici locali e la società petrolifera statale Petrobras. Gli è anche stata inflitta una multa.
Corruzione - Secondo la sentenza del tribunale di Curitiba, che il portale di notizie Globo ha potuto visionare, gli importi incriminati provenivano da attività di corruzione attiva e passiva nel contratto firmato da Petrobras per l'acquisizione del 50% dei diritti di sfruttamento di un campo petrolifero in Benin.
Denaro sporco - Operando da Zurigo, il banchiere ha pure fatto da intermediario per l'apertura di tre società di comodo con la ditta panamense Mossack Fonseca, per le quali avrebbe poi aperto conti bancari presso BSI, secondo i media brasiliani. Era attraverso questi conti che transitavano le somme legate alla corruzione.
Arrestato all'arrivo - Il consulente patrimoniale era stato arrestato nel novembre del 2017 all'aeroporto di San Paolo, dove era appena atterrato. Al momento dell'arresto, una portavoce di EFG, istituto bancario che ha rilevato BSI, aveva puntualizzato che l'ex consulente patrimoniale non ha mai lavorato per EFG.
Già risolto per BSI - In Svizzera l'Autorità di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) aveva aperto quattro procedimenti relativi allo scandalo Petrobras. BSI se l'era cavata con un ammonimento.