Lo lanciano i partiti e i sindacati della sinistra. Per loro si tratterebbe di un «favore alla criminalità fiscale»
BERNA - Il progetto che mira ad abolire l'imposta preventiva (35%) sugli interessi svizzeri, accettato dal Parlamento durante la sessione invernale, non va giù alla sinistra: per PS, Verdi e sindacati si tratta di un «favore alla criminalità fiscale nazionale ed estera». Per questo hanno deciso di lanciare un referendum.
In una nota odierna, il Partito socialista deplora il fatto che la lobby bancaria e finanziaria si sia imposta in Parlamento, contro il parere del Consiglio federale. «Si tratta di uno schiaffo per i contribuenti onesti e costerà loro centinaia di milioni di franchi».
Con la pubblicazione oggi nel Foglio federale del progetto di riforma dell'imposta preventiva, il PS annuncia quindi il lancio ufficiale del referendum e l'inizio della raccolta delle firme (ne sono necessarie 50'000 in cento giorni) assieme a ecologisti e sindacati.
L'annuncio non costituisce una sorpresa, poiché già il 7 dicembre scorso quando gli Stati, dopo il Nazionale, avevano approvato la riforma, la sinistra aveva paventato il lancio del referendum.
Il progetto prevede l'abolizione dell'imposta preventiva (35%) sugli interessi svizzeri, ad eccezione di quelli generati da averi di persone fisiche domiciliate nella Confederazione.
La riforma prevede anche l'abolizione della tassa di negoziazione sulle obbligazioni elvetiche, con lo scopo di rendere più attrattivo per gli investitori l'acquisto di obbligazioni svizzere nella Confederazione. La tassa verrebbe abolita non solo sulle obbligazioni elvetiche, ma anche su quelle estere con una scadenza residua fino a 397 giorni.