Le risposte dei cantoni alla consultazione federale sui provvedimenti anti-coronavirus
BERNA - Le disposizioni adottate a metà dicembre per lottare contro il coronavirus - in particolare "2G" e "2G+", telelavoro e limiti negli incontri privati - vanno prolungate fino a fine febbraio, e non fine marzo come auspica il Consiglio federale. L'insegnamento terziario deve inoltre continuare in presenza. È l'opinione dei Cantoni, che per il resto sostengono le misure proposte dal Governo mercoledì scorso, compresa la riduzione della durata di validità del certificato sanitario.
Solo Zurigo, Argovia, Soletta, Lucerna e Obvaldo approvano la proroga fino a fine marzo delle misure adottate. Chiedono però che le restrizioni possano essere tolte in anticipo se la situazione pandemica dovesse consentirlo.
Le misure adottate dal governo il 17 dicembre prevedono il regime "2G" e l'obbligo della mascherina negli spazi chiusi, tranne che per consumare nei bar e ristoranti (ma solo stando seduti). Qualora non fosse possibile (per esempio per le corali o nelle discoteche) viene richiesto il cosiddetto "2G+". Il telelavoro è obbligatorio e le riunioni private con non vaccinati o guariti sono limitate a dieci persone.
Per quel che concerne la riduzione della validità a nove mesi del pass covid (anche quelli già emessi), misura che entrerebbe in vigore il primo febbraio, i Cantoni si dicono favorevoli. Lo scopo del provvedimento è garantire che il certificato di vaccinazione continui a essere riconosciuto dall'Unione europea. Friburgo chiede però di studiare la possibilità di mantenere a dodici mesi la validità del certificato in Svizzera.
Le autorità cantonali non seguono invece il Consiglio federale che propone l'insegnamento a distanza nelle scuole di livello terziario, come le università e le scuole universitarie professionali. Nessun Cantone sostiene la misura.
I pareri invece divergono per quel che concerne l'abolizione completa delle quarantene. Alcuni sono favorevoli, altri chiedono di attendere la fine della quinta ondata. Altri ritengono invece che la situazione negli ospedali sia attualmente ancora troppo tesa e l'evoluzione incerta.
Per quel che concerne i viaggi internazionali, i Cantoni sono favorevoli alla proposta di esentare i vaccinati o guariti dal presentare un tampone negativo all'arrivo in Svizzera.