Lo sostiene l'UDC, che oggi ha presentato un documento di posizione sulla situazione politica di sicurezza elvetica
BERNA - L'UDC vede il seggio come membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il periodo 2023-2024 come una minaccia alla neutralità e alla sicurezza della Svizzera. Oggi, nel corso della presentazione a Berna di un nuovo documento di posizione sulla situazione della politica di sicurezza elvetica, il partito ha nuovamente chiesto il ritiro della candidatura.
Davanti alla stampa la formazione politica ha sottolineato l'importanza del principio della neutralità: esso ha salvato il popolo svizzero da conflitti sanguinosi per oltre duecento anni. Per l'UDC, la Svizzera dovrebbe limitarsi a continuare a offrire i suoi tradizionali buoni uffici nei conflitti. Questo è il modo migliore di dare un contributo prezioso al raggiungimento di soluzioni pacifiche. Ma, secondo il partito, ciò funziona solo se la Confederazione non si schiera unilateralmente.
«La Svizzera fa più per la pace con i suoi buoni uffici che con un seggio nel Consiglio di sicurezza, dove si decide sulla guerra e sulla pace», ha dichiarato il presidente dell'UDC Marco Chiesa, citato in un comunicato. Come membro del Consiglio di Sicurezza, il paese diventa inevitabilmente parte dei conflitti - con conseguenze pericolose per la sua sicurezza. «Non ci sono decisioni senza valore o imparziali in politica. Soprattutto non nella politica mondiale».
Il presidente della Confederazione e ministro degli Esteri Ignazio Cassis intende portare avanti la candidatura al seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU. «La situazione iniziale non è cambiata», ha detto oggi Cassis a Berna in una conferenza stampa sulla crisi ucraina rispondendo a una domanda in questo senso. Il Parlamento tornerà a discutere della questione, su richiesta dell'UDC, nel corso della prossima sessione primaverile delle Camere.
La decisione se la Svizzera otterrà uno dei dieci seggi non permanenti nel Consiglio di sicurezza dell'ONU per il periodo 2023-24 - una prima nella storia del paese - verrà presa a giugno a New York. La candidatura è stata presentata dal Consiglio federale nel 2011, al termine di un processo di consultazione con il Parlamento durato diversi anni. Essa rappresenta un obiettivo importante della Strategia di politica estera 2020-2023.
Vi sono buone possibilità, perché finora solo Malta e Svizzera hanno fatto domanda per i due posti che si renderanno vacanti nel gruppo regionale occidentale.