La Russia spaventa il mondo con una possibile escalation alle armi atomiche.
«Il rischio è maggiore oggi che durante la guerra fredda. E le bombe sono diventate molto più potenti», afferma Marc Finaud, esperto del Center for Security Policy di Ginevra.
BERNA - Forze di deterrenza in allerta. L’ordine, arrivato direttamente dal premier russo Vladimir Putin, ha rievocato lo spettro della minaccia nucleare. C’è da aver paura? «Anche se l'uso effettivo delle armi nucleari è improbabile, se Putin si sente messo all’angolo, nulla è fuori questione», ha dichiarato al Tages Anzeiger Oliver Thränert, esperto di sicurezza dell’ETH di Zurigo.
In caso di attacco, le conseguenze sarebbero inoltre infinitamente più devastanti rispetto ai tempi di Hiroshima e Nagasaki. «Oltre alla fissione degli atomi, ora si sta lavorando anche sulla fusione delle particelle, che ha centuplicato la potenza di detonazione delle bombe atomiche», spiega Marc Finaud, professore ed esperto del Center for Security Policy di Ginevra.
Le fasi di distruzione dopo la detonazione di un'arma nucleare sono molteplici, illustra l’esperto: «Nella prima fase si crea una palla di fuoco che distrugge tutto nel raggio di due chilometri. Questa è accompagnata da un'ondata di calore, che incendia tutto a 13 chilometri di distanza». In una seconda fase, segue un'onda d'urto che provoca danni entro un raggio di 21 chilometri, a seconda delle dimensioni e della potenza distruttiva dell'arma nucleare scelta. Ma è il dopo che allunga le distanze del disastro: «Le ceneri radioattive si irradiano in tutto il Paese, e a lungo termine. La rotazione della terra e le correnti ventose possono far sì che uno strato di polvere copra l'intero globo e blocchi i raggi del sole», afferma Finaud. Il che porterebbe al fallimento di tutti i raccolti e alla carestia.
La nostra neutralità dovrebbe però proteggerci da attacchi diretti, sostiene Finaud. Ma rimane un “ma”:«Anche la Francia ha armi nucleari. Se il Paese dovesse subire pressioni affinché utilizzi le utilizzi, ci si può aspettare un contrattacco. Ed essendo confinante, la Svizzera sarebbe gravemente colpita».
I bunker potrebbero proteggerci? Secondo il professore, sì. Ma prima o poi da lì bisogna pur uscirci. Ed è allora che si entra a contatto con la radioattività «che porta a danni a lungo termine negli esseri umani».
C’è da aspettarsi di tutto, dunque? «Tutte le potenze nucleari sono consapevoli che non ci sono vincitori in una guerra di questo tipo», rassicura Finaud. Tuttavia, conclude, il rischio di un ricorso alle armi atomiche oggi è più alto di quanto non fosse durante la Guerra Fredda: «Sebbene ci siano meno bombe nucleari in generale, ora sono sparse in più Paesi. Questo comporta rischi maggiori».