Berna vuole fare il punto sulla neutralità svizzera. L'ultima volta che è successo risale a 30 anni fa
Il Dfae afferma di avere mantenuto una posizione neutrale sull'Ucraina. Cassis «si è trovato in un vortice». Viola Amherd è d'accordo, l'Udc per niente. È stato ordinato un approfondimento per fare chiarezza sulla questione
BERNA - Ma la Svizzera è ancora neutrale? Nonostante le affermazioni convinte di alcuni consiglieri federali negli scorsi giorni, la questione suscita sempre più controversie. Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha ora incaricato il suo dipartimento di redigere un rapporto sul tema, che dovrà essere presentato entro l'estate. È quanto scrive il SonntagsBlick, che nella sua edizione odierna dedica ampio spazio a questo argomento.
Le ultime decisioni del Consiglio federale, che ha ripreso tutte le sanzioni emanate contro la Russia dall'Unione europea, hanno messo in discussione la storica neutralità. A ciò si aggiunge la controversa candidatura al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che secondo l'UDC minerebbe totalmente tale peculiarità elvetica.
Negli scorsi giorni tuttavia i consiglieri federali hanno più volte difeso la strada intrapresa: ieri lo stesso Cassis, in un articolo pubblicato oggi sui giornali Schweiz am Wochenende e Le Temps, aveva detto che tali decisioni "non mettono in discussione la neutralità del paese", poiché la Svizzera non sostiene militarmente nessun belligerante, né fornendo truppe né inviando armi. A inizio marzo era invece stata la "ministra" della difesa Viola Amherd a giustificare l'operato del governo, sostenendo che "le sanzioni adottate sono compatibili con la neutralità" e "neutralità non significa che non si possa avere un'opinione".
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) analizzerà più a fondo la questione con un rapporto, conferma un portavoce al domenicale svizzero-tedesco. Responsabile del progetto sarà la Direzione del diritto internazionale pubblico e l'obiettivo è soprattutto quello di contribuire "a una migliore comprensione della neutralità nel contesto attuale". L'ultimo rapporto di questo tipo, scrive il SonntagsBlick, risale a tre decenni fa.
Stando al domenicale, all'inizio del conflitto Cassis - e di conseguenza il Consiglio federale e l'intera Svizzera - si è trovato in un vortice e "ha dovuto affrontare venti contrari globali". Le prime sanzioni emanate, che si allineavano a quelle dell'Ue ma senza riprenderle in toto, avevano fatto storcere il naso alle autorità dell'Unione europea e a quelle statunitensi. D'altro canto, sul fronte interno è stato l'UDC a condannare i successivi passi del governo. A loro avviso è stata compromessa la neutralità e anche su vari giornali internazionali la mossa dell'Esecutivo elvetico è stata bollata in questo senso.