Circa la metà dei collaboratori in congedo per malattia perde il posto.
L’incapacità lavorativa per disturbi mentali dura in media 218 giorni e nel 95 per cento dei casi si tratta di un congedo per malattia a tempo pieno.
WINTERTHUR - Benché non si registri un aumento epidemiologico dei disturbi mentali nella popolazione, da parecchio tempo i congedi per malattia legati a disturbi mentali sono in costante crescita sia in Svizzera che in altri Paesi industrializzati. Questo andamento risulta problematico non solo per gli individui e le aziende, ma anche a livello sociale ed economico, in quanto rappresenta la causa principale della disoccupazione di lunga durata e dell’invalidità.
In collaborazione con WorkMed, un centro di competenza di Psychiatrie Baselland per la psiche e il lavoro, SWICA ha condotto uno studio rappresentativo al quale hanno partecipato anche l’istituto universitario privato Döpfer di Colonia e ValueQuest.
Sono stati analizzati circa 2000 dossier d’indennità giornaliera per malattia, di cui 1350 congedi per malattia legati a disturbi mentali e quasi 600 congedi per malattia analoghi legati a disturbi fisici. La durata dei congedi per malattia esaminati (terminati nel 2019) varia da 15 a 730 giorni.
Risultati principali emersi dallo studio - L’incapacità lavorativa legata a disturbi mentali dura in media 218 giorni e nel 95% dei casi si tratta di congedi di malattia a tempo pieno. Questa durata è molto più lunga di quella della maggior parte dei congedi per malattia legati a disturbi fisici.
Poco chiare le ragioni del congedo - In circa la metà dei rapporti medici non è chiaro perché la persona assicurata non possa lavorare. Inoltre, in quasi la metà dei rapporti dei medici curanti o degli psichiatri manca una prognosi relativa al rientro in azienda. Inoltre non vengono fornite indicazioni utili per mantenere il posto di lavoro.
E si finisce senza lavoro - Cosa succede quindi? Circa la metà delle persone assicurate in congedo per malattia perde il posto proprio nell’ambito dell’incapacità lavorativa.
Problemi psichici preesistenti - Spesso le persone in congedo per malattia avevano già avuto disturbi psichici in passato, vale a dire durante gli anni di scuola e di formazione o nei precedenti posti di lavoro. Molte vivono in condizioni di isolamento sociale o hanno problemi in famiglia.
La causa? Spesso sono conflitti sul lavoro - Come emerge dallo studio, il 57% delle incapacità lavorative per disturbi mentali è causata da conflitti sul lavoro. Alcune condizioni lavorative causano particolare stress e contribuiscono quindi a prolungare la durata del congedo di malattia: ad esempio requisiti rigorosi sul piano emotivo, cognitivo e delle interazioni nonché dell’affidabilità. Tra i vari settori si rilevano differenze molto consistenti nella durata dei congedi di malattia.
Niklas Baer, responsabile di WorkMed, conclude: «Se si verifica un’incapacità lavorativa legata a un conflitto, è molto difficile pensare a un rientro. Spesso il rapporto di lavoro è già stato sciolto. Per questo tutte le parti coinvolte, ossia i medici, i datori di lavoro e anche le persone assicurate, sono chiamate a intervenire precocemente per evitare una simile escalation».
Evitare la perdita del posto di lavoro - Secondo lo studio, i medici curanti dovrebbero essere maggiormente supportati e formati per una gestione consapevole dei certificati di incapacità lavorativa, al fine di aiutare i pazienti a mantenere il posto di lavoro.
Medici, compagnie di assicurazione e datori di lavoro, inoltre, dovrebbero sviluppare linee guida su come agire in situazioni difficili, in modo che le persone interessate possano rimanere a lungo sul mercato del lavoro.
Viene ritenuto utile anche sensibilizzare di più i datori di lavoro, affinché non si limitino a reagire solo quando la situazione si è aggravata, ma agiscano preventivamente adottando misure di sostegno e di intervento precoce.
Le assicurazioni, da parte loro, dovrebbero sostenere maggiormente le aziende con misure preventive e pragmatiche per evitare simili sviluppi negativi.