I Verdi hanno ribadito l'importanza del cambiamento, sia per il clima sia per la sicurezza dell'approvvigionamento
BERNA - Di fronte alla guerra in Ucraina, la svolta energetica è più urgente che mai. Lo hanno ribadito oggi i Verdi nel corso di una conferenza stampa a Berna, sottolineando l'importanza di questo cambiamento sia per la sicurezza dell'approvvigionamento che per la protezione del clima.
A causa della politica esitante del Consiglio federale e della maggioranza borghese in parlamento, la Svizzera non solo è in ritardo, ma è anche diventata fragile e vulnerabile nel settore energetico, ha affermato la presidente del gruppo parlamentare Aline Trede.
Eppure secondo i Verdi la svolta energetica è a portata di mano grazie a soluzioni esistenti e collaudate. «Il consumo supplementare di elettricità dovuto alla mobilità elettrica e alle pompe di calore può essere coperto da un massiccio sviluppo del fotovoltaico» ha spiegato la consigliera nazionale ginevrina Delphine Klopfenstein. «Il potenziale è enorme, ma manca la volontà politica della maggioranza» le ha fatto eco Lisa Mazzone, consigliera agli Stati, pure lei ginevrina.
Lo scenario del partito prevede una Svizzera neutrale dal punto di vista climatico entro il 2030, con una riduzione delle sue emissioni interne ed estere del 50%. Al più tardi dal 2040 il bilancio climatico del Paese dovrebbe diventare positivo, contribuendo a captare più emissioni di quelle che rilascia nell'atmosfera.
Secondo i Verdi, la decarbonizzazione va di pari passo con l'elettrificazione. Nei trasporti, l'aumento del numero di veicoli elettrici e a idrogeno e il potenziamento dei mezzi pubblici aumenteranno il consumo di elettricità del 20% circa.
Il maggior consumo dovuto al riscaldamento, all'industria e agli elettrodomestici, per esempio a causa della digitalizzazione, può essere ampiamente compensato dal miglioramento dell'efficienza, hanno aggiunto.
Secondo il loro scenario, oltre alle centrali idroelettriche, il fotovoltaico produrrà quasi un terzo dell'elettricità necessaria. L'energia eolica, la biomassa, la geotermia e gli impianti di cogenerazione contribuiranno in misura minore.
Meno del 5% dell'elettricità dovrebbe essere importata in inverno ed entro il 2035 la produzione di elettricità dovrebbe essere al 100% rinnovabile, per il partito, che ribadisce il suo rifiuto del nucleare. Infine, le preoccupanti carenze di approvvigionamento potrebbero essere evitate attraverso accordi bilaterali con i paesi vicini.