Dopo la pandemia ritornano i lavoratori dall’estero, soprattutto nell’IT.
BERNA - Le ripercussioni della pandemia sul mercato del lavoro sono superate. La ripresa economica ha trovato diversi settori sprovvisti di forza lavoro, ma la situazione sta migliorando grazie all’immigrazione. È quanto si nota nel rapporto annuale dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone.
L’immigrazione di forza lavoro straniera, drasticamente diminuita durante la fase acuta della pandemia - stando a un comunicato odierno della Segreteria di Stato dell’economia - è ripresa già lo scorso anno per riconfermarsi quest’anno. L’assunzione di personale straniero ha permesso di contrastare le carenze sul mercato del lavoro, sostenendo lo sviluppo economico. Sono proprio le professioni in forte espansione a beneficiare particolarmente dell’immigrazione da stati terzi.
Nel mondo dell’IT la domanda di forza lavoro è cresciuta dal 2010 del 60%. Per queste professioni il potenziale di forza lavoro indigena è quasi interamente esaurito: nel 2021 il tasso di occupazione del settore si attestava al 92,2 per cento con una disoccupazione dell’1,6% e salari che permangono alti. Gli immigrati in questo campo, che vengono prevalentemente da India, Regno Unito e Stati Uniti, rappresentano circa un terzo dei lavoratori in ambito informatico, una rappresentanza superiore alla media in rapporto all’economia generale, dove la quota di stranieri occupati si attesta al 26%.
Nella ristorazione o il settore alberghiero, partire da marzo - secondo la Seco - con la ripresa delle attività, anche la differenza di disoccupazione fra stranieri e svizzeri è tornata a calare.