La pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto esplodere i prezzi, ma i salari (per ora) restano gli stessi.
L'allarme del presidente dell'Unione sindacale svizzera Pierre-Yves Maillard: «Se le paghe non vengono aumentate ora ci saranno conseguenze disastrose per il mercato del lavoro e per i consumi».
BERNA - Il presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard chiede un aumento dei salari. «Se i datori di lavoro non aumentano le paghe, ci saranno disordini sociali e politici», afferma in un'intervista pubblicata oggi dal domenicale "SonntagsZeitung".
Dapprima la pandemia di coronavirus ha portato a perdite salariali per molti, e ora la guerra in Ucraina sta causando aumenti dei prezzi «come non abbiamo visto negli ultimi trent'anni», nota il leader sindacale. Se i salari non vengono aumentati ora, ci saranno conseguenze disastrose per il mercato del lavoro e per i consumi, avverte Maillard.
Alcune persone - sottolinea - avranno «problemi reali» per coprire i costi fissi. «Pensate al riscaldamento, al cibo, ma anche ai premi dell'assicurazione malattia».
Il presidente dell'USS chiede quindi una compensazione totale del rincaro e un aumento dei salari reali. «Questo può variare da settore a settore», e in media è dell'ordine del cinque per cento, precisa Maillard. L'USS intende annunciare le sue richieste concrete all'inizio dei negoziati, in settembre. Senza una soluzione in questa direzione, azioni di lotta sono inevitabili, aggiunge.
Un aumento dei salari è inoltre necessario anche per evitare una recessione. La spesa per i consumi costituisce il 60% della creazione di valore aggiunto. «Se non si aumentano i salari, il potere d'acquisto diminuirà e i consumi crolleranno. Per questo l'aumento dei salari non è solo un obbligo sociale, ma anche una necessità economica», sottolinea Pierre-Yves Maillard.