In Svizzera concedere prestazioni sessuali in cambio di denaro è legale, ma non tutti scelgono di farlo liberamente.
ZURIGO - Nonostante le persone che scelgono d'intraprendere questa professione siano del tutto legittimate a farlo, talvolta è difficile per un osservatore esterno capire se la scelta di svolgere questo lavoro sia stata dettata da una situazione d'indigenza e sfruttamento, o se sia invece la persona a farlo, perché davvero è ciò che desidera.
Sono diverse le donne che dopo aver offerto prestazioni sessuali a scopo di lucro decidono di cambiare vita, ma in poche riescono a farcela con le proprie forze, riporta il Tagesanzeiger. Il Cantone di Zurigo prende molto sul serio la questione, infatti secondo un comunicato stampa pubblicato all'inizio di settembre, la direzione della sicurezza sta destinando un totale di 150'000 franchi a tre organizzazioni che aiutano chi lo desidera a uscire dalla prostituzione: Heartwings, sono Anora e Isla Victoria.
«Le esperienze precedenti hanno dimostrato che gli ostacoli per uscire dalla prostituzione sono elevati», si legge nel comunicato. «Siamo aperti a tutte le organizzazioni che desiderano presentare un progetto. Per me è una preoccupazione personale: dobbiamo aiutare le donne a vivere la loro vita come vogliono. L’autodeterminazione è molto importante per me», afferma il direttore della sicurezza di Zurigo, Mario Fehr.
Ma non tutti sono d'accordo sulle associazioni scelte dal Cantone.
Le organizzazioni dovrebbero essere laiche
Heartwings, come altre associazioni che aiutano le donne a uscire dalla prostituzione, sono vicine alla Chiesa e questo crea talvota dei problemi alle prostitute che vi si rivolgono. Le lavoratrici del sesso in alcuni casi si sono sentite fortemente sotto pressione per le loro scelte personali. Rebecca Angelini, amministratore delegato di Procore, spiega che le no profit spingono le donne a pregare o le spingono a smettere di praticare la loro professione e molte di loro, dopo i colloqui con i membri dell'associazione, sviluppano un senso di colpa ancora più grande rispetto a prima.
Le 27 organizzazioni aderenti a Procore – tra cui noti centri di consulenza come la sezione specializzata Traffico delle donne e migrazione delle donne (FIZ) o Isla Victoria, che riceve dal Cantone di Zurigo 50'000 franchi – distinguono consapevolmente tra «uscita dalla prostituzione» e «uscita dallo sfruttamento».
La differenza tra «vittime» e «lavoratrici»
Vi è una netta distinzione fra chi sceglie liberamente di praticare questo mestiere e chi invece, per diversi motivi, è costretto a farlo. Le prostitute non hanno nulla a che vedere con le vittime della tratta sessuale e continuare a metterle tutte sullo stesso piano non aiuta né una né l'altra, afferma Lelia Hunziker, amministratore delegato della FIZ. In quanto professionisti del sesso devono essere tutelati in caso di necessità, protetti dalla stigmatizzazione, così da poter svolgere il loro lavoro in modo dignitoso e sicuro e, solo se lo desiderano, trovare fonti di reddito alternative. Le vittime della tratta di esseri umani invece, necessitano di tutto un altro percorso. Dovrebbero essere identificate in quanto tali e, ove possibile, i loro autori dovrebbero essere perseguiti penalmente.
L'associazione Heartwings respinge le critiche
«L'aiuto che offriamo non ha un’etichetta religiosa o ecclesiastica. Sosteniamo tute le persone che vogliono uscire dalla prostituzione, indipendentemente dalla loro religione», ha dichiarato la teologa Jael Schwendimann, che insieme a Johana Sieber, è co-direttrice dell’associazione.
«La nostra assistenza non è mai condizionata. Accettiamo di aiutare anche quando le donne non vogliono uscire dalla prostituzione», afferma Schwendimann. «È un processo graduale che richiede molto tempo, intraprendenza e forza di volontà». Molte prostitute sono credenti e la fede può aiutarle a superare la loro paura. «Capita che mi chiedono se credo anche in Dio. Se dico di sì, a volte vogliono che preghiamo insieme», spiega Schwendimann.
“Employment for Freedom” il progetto di Heartwings da 50'000 franchi
Heartwings ha investito 50'000 franchi nel loro progetto «Employment for Freedom», presentato al Cantone lo scorso marzo. L’associazione assume donne che vogliono "uscire dal giro" come domestiche e si assicura che vivano in un alloggio appropriato. Heartwings si occupa di trovare per loro un contratto d’affitto idoneo alle loro disponibilità economiche e successivamente si impegnano a trovargli un impiego per aumentare le loro possibilità di ottenere un’autorizzazione per risiedere regolarmente in Svizzera. «Pulire non è un lavoro da sogno, ma un inizio. Il nostro motto è aiutare se stessi», afferma la co-direttrice Schwendimann.