Gli impianti di stoccaggio del gas sono pieni e i prezzi sono in calo: c'è da essere ottimisti. Gli esperti: «Non si abbassi la guardia»
BERNA - In Europa (e in Svizzera) la preoccupazione per un inverno al buio, al freddo e in pseudo-lockdown è decisamente presente. Il motivo? Lo sappiamo bene, lo stop al gas voluto da Vladimir Putin. La situazione, però, potrebbe non essere così grave come pensiamo. Ecco perché.
Gli impianti di stoccaggio sono al 100%
In primo luogo, gli impianti di stoccaggio del gas in Europa sono già quasi pieni fino all'orlo. In Germania, ad esempio, sono pieni al 92% e dovrebbero arrivare al 95% entro la fine di ottobre, confermano dall'Agenzia federale delle reti (Bnetza). Questo, va detto, è un dato nettamente superiore alla media. In Francia, gli impianti di stoccaggio sono completamente pieni. Il Paese transalpino è meno dipendente da Putin perché importa via nave gas naturale liquefatto dal Qatar, dall'Australia e dagli Stati Uniti.
La Francia si mette in gioco
Se prima la Svizzera dipendeva ancora dal gas russo, che arrivava in Svizzera attraverso la Germania, ora la situazione è leggermente diversa (anche considerando una certa freddezza sull'asse Berlino-Berna). Da luglio stiamo importando molto più gas dalla Francia, come scrivono i giornali del gruppo Tamedia. «Posso confermare che di recente è stato consegnato alla Svizzera più gas dalla Francia che dalla Germania», ha dichiarato al TagesAnzeiger un portavoce dell'Associazione svizzera dell'industria del gas (Asig). Non nuoce neppure il fatto che il gas francese sia... meno caro di quello tedesco (92 euro per megawattora contro 100 euro).
I prezzi iniziano a scendere
L'alleggerimento è visibile anche nei prezzi sul mercato del gas. Il gas naturale europeo è diventato nettamente più economico. Ad esempio, il contratto a termine del gas naturale olandese, considerato il punto di riferimento in Europa, ha raggiunto il livello più basso da metà giugno. A fine agosto un megawattora costava ancora circa 350 euro, ma nel frattempo il prezzo si è quasi dimezzato.
«È troppo presto per abbassare la guardia»
Tuttavia, «è troppo presto per abbassare la guardia», conferma sempre al quotidiano zurighese René Baggenstos, amministratore delegato della società di consulenza energetica Enerprice di Lucerna, questo perché «ci sono ancora molti fattori d'incertezza».
Fra questi ci sono anche variabili che non possono essere modificate, come il clima. Sarà un inverno mite oppure no? Ci sarà una recrudescenza di freddo a marzo, quando gli impianti di stoccaggio del gas sono già quasi vuoti? Un altro fattore potrebbe essere l'andamento della guerra in Ucraina. Come reagirà Putin? Continuerà a fornire gas all'Europa? Insomma, i dubbi non mancano.