Non sarà più necessario che i Cantoni li accolgano prima del tempo
BERNA - La Confederazione non attribuisce più in modo anticipato i richiedenti asilo ai Cantoni. Grazie al sostegno dell'esercito, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) dispone nuovamente di sufficienti posti di alloggio nei centri federali d'asilo (CFA).
In autunno, a causa dell'afflusso di rifugiati, i CFA erano rimasti congestionati e non disponevano più di letti liberi. Dalla fine di ottobre, la SEM ha attribuito provvisoriamente una parte dei richiedenti asilo ai Cantoni prima del previsto per continuare a garantire la sua capacità di accoglienza.
Questa misura ha potuto essere revocata a metà dicembre, indica stasera la SEM. Grazie al sostegno dell'esercito, la Confederazione dispone attualmente di quasi 10'000 posti di alloggio nei centri federali e durante le prossime settimane potrà allestire un migliaio circa di posti letto supplementari. Berna ha ora circa 3000 letti disponibili.
La situazione rimane tesa - La Confederazione prevede pure di ridurre le attribuzioni ordinarie durante le feste di fine anno, stando alle modalità che devono essere definite dallo Stato maggiore speciale Asilo (SONAS).
La situazione nel settore dell'asilo rimane tuttavia tesa: il numero di nuove domande è sempre elevato e ogni settimana diverse centinaia di persone fuggite dall'Ucraina chiedono lo statuto di protezione S, sottolinea la SEM.
Berna ritiene che, entro la fine dell'anno, il numero di persone in provenienza dall'Ucraina dovrebbe raggiungere le 75'000 unità e quello dei richiedenti le 24'000 unità, per un totale di circa 100'000 persone.
Revoca dello statuto S allo studio - Nonostante queste prospettive, la SEM prosegue le sue analisi in vista di una futura revoca dello statuto S. Un piano di attuazione dovrebbe essere ultimato nel prossimo mese di febbraio, si legge ancora nella nota.
Una bozza di questo piano è stato consegnato all'attuale ministra di giustizia Karin Keller-Sutter. Contiene in particolare raccomandazioni per la procedura e per il ritorno di persone con statuto S, per esempio in merito ai termini di partenza e all'aiuto al ritorno.
Il Consiglio federale aveva escluso in novembre la revoca dello statuto S prima del marzo 2024, dal momento che la situazione era giudicata ancora troppo instabile.