Scandalo Berset-Ringier: le parole di ieri del Presidente della Confederazione sotto la lente dei giornali svizzeri.
Tamedia: «È in gioco la sua credibilità e pure la sua permanenza in Governo». La NZZ: «Berset è con le spalle al muro. Se si scoprisse che ha mentito, sarebbe finita». CH Media: «Nient'altro che un rimprovero».
BERNA - Il presidente della Confederazione Alain Berset gioca il tutto per tutto: è questo il tenore del panorama della stampa svizzera dopo che il ministro dell'interno ha affermato ieri tramite il portavoce del Consiglio federale, di non essere a conoscenza delle indiscrezioni sul coronavirus nel suo Dipartimento.
Con questa smentita Berset «fa dipendere la sua reputazione, la sua credibilità e probabilmente anche la sua permanenza in governo dal fatto che non si possa dimostrare che egli sia a conoscenza o addirittura complice degli atti - finora non provati e contestati», si legge nelle testate del gruppo Tamedia.
Per la Neue Zürcher Zeitung «Berset è con le spalle al muro». Se si scoprisse che ha mentito, sarebbe finita. Secondo il giornale, il fatto che Berset non fosse a conoscenza delle attività del suo capo delle comunicazioni di allora, Peter Lauener, non è plausibile. «La nonchalance con cui lo abbandona è quasi inquietante».
Blick critica il silenzio di Berset
Il Blick ha criticato la laconicità di Berset. Ha solo promesso di collaborare pienamente con le Commissioni della gestione (CdG) del Parlamento, che due giorni fa hanno annunciato l'apertura di un'inchiesta. «Anche quando gli è stato chiesto perché partecipasse alla conferenza stampa se non aveva intenzione di dire nulla ai giornalisti, non ha proferito parola», scrive il giornale. Nella dichiarazione rilasciata ieri dal portavoce del Consiglio federale André Simonazzi dopo la riunione del governo, si afferma che l'esecutivo continuerà a lavorare «sulla base della fiducia ristabilita». «Resta da vedere se rimarrà tale», commenta il Blick.
Le testate CH Media, invece, descrivono la dichiarazione rilasciata come «nient'altro che un severo rimprovero dei suoi colleghi del Consiglio federale». Tuttavia, l'esecutivo sembra aver chiuso la questione.
Secondo il 24 Heures nonostante il linguaggio burocratese si capisce che la tensione in Consiglio federale è stata alta. Dall'atteggiamento di Berset e leggendo tra le righe delle dichiarazioni di Simonazzi si poteva capire che per il ministro dell'interno doveva aver trascorso una brutta giornata. Il fatto che Simonazzi abbia detto che il Consiglio federale abbia condotto una discussione «approfondita», secondo il giornale significa che le discussioni sono durate e che il collegio non si sia limitato a bacchettare Berset ma lo ha messo sulla graticola.
La Schweiz am Wochenende ha riferito circa una decina di giorni fa che l'ex capo della comunicazione di Berset, Peter Lauener, aveva ripetutamente passato a Ringier, editore tra l'altro del Blick, informazioni confidenziali sulle misure per contrastare il Covid previste dal Consiglio federale.
Il settimanale, secondo proprie informazioni, si basa su e-mail e verbali di interrogatori a disposizione della redazione. In particolare, è stato affermato che le proposte del Dipartimento federale dell'interno (DFI) erano state comunicate in anticipo. Un gruppo di lavoro delle CDG sta ora esaminando la questione.