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È quanto rivela un’infermiera in formazione che utilizza ChatGPT per finalità scolastiche.
BERNA - Compiti a casa? Oggi c’è ChatGPT. «Nessuno controlla», racconta al portale Nau.ch un’infermiera in formazione che usa questa intelligenza artificiale. «Prima ci mettevo una giornata a fare i compiti, ora mi bastano tre minuti».
ChatGPT è infatti in grado, con il semplice inserimento di alcune parole chiave, di scrivere compiti, relazioni e tesi inediti attingendo da un immenso database di testi online.
Questa nuova tecnologia, continua l’infermiera, «mi permette di risparmiare tempo e di dedicarmi a tematiche infermieristiche più importanti».
La studentessa afferma poi di non sentirsi la coscienza sporca: «L’intelligenza artificiale può essere utilizzata in maniera buona o cattiva». ChatGPT è per lei anche un insegnante: «Può compensare l’incompetenza di alcuni professori». Ma, specifica la 27enne, non utilizzerebbe mai ChatGPT per scrivere la sua tesi: «Ho troppo rispetto per farlo».
«Se questo non dovesse essere un caso isolato ovviamente il tutto sarebbe problematico», commenta Susanne Gedamke, direttrice dell’Organizzazione svizzera dei pazienti (OSP). «Gli infermieri sono il gruppo professionale nel sistema sanitario più a stretto contatto con il paziente. Hanno quindi una grande responsabilità».
Meno preoccupato invece, Thomas Ruprecht, direttore della Scuola infermieri di Berna. «Non siamo a conoscenza di alcun caso in cui gli esami siano stati svolti illecitamente con l'aiuto dell'intelligenza artificiale».
«Chi spera di svolgere i propri compiti utilizzando l'intelligenza artificiale e quindi evita l'apprendimento probabilmente non supererà gli esami», conclude.
