Il motivo principale è la guerra civile che dal 2011 imperversa nello Stato arabo.
BERNA - Al contrario di quanto fatto con la Turchia, la Svizzera difficilmente invierà team di ricerca e soccorso in Siria dopo il violento terremoto che lunedì ha devastato l'area al confine fra i due Paesi. Il motivo principale è la guerra civile che dal 2011 imperversa nello Stato arabo.
«A breve termine la situazione è molto difficile e non sembra che ci sarà un rapido miglioramento», ha dichiarato oggi ai microfoni dell'emissione "Tagesgespräch" della radio svizzerotedesca SRF il responsabile delle squadre d'intervento dell'aiuto umanitario elvetico Martin Jaggi. Insomma, affinché la Catena svizzera di salvataggio possa recarsi in Siria, il conflitto deve finire.
Nel frattempo, ha confermato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in una risposta scritta a Keystone-ATS, anche il governo di Damasco ha presentato una richiesta di aiuto. In ogni caso, la domanda di assistenza da parte della Turchia è pervenuta molto velocemente e la Confederazione ha la capacità per una sola squadra di salvataggio.
Berna è comunque attiva in territorio siriano attraverso organizzazioni partner ben radicate nella regione, che, aggiunge Jaggi, dovrebbero ricevere un sostegno supplementare. Secondo il DFAE inoltre, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), ovvero l'agenzia preposta alla cooperazione internazionale, intende «adattare parte delle sue attività in Siria alle nuove esigenze». Fra le altre cose, si sta valutando l'ipotesi di un rinforzo di personale da parte delle rappresentanze svizzere nell'area.