Il Consiglio federale è intenzionato a rispettare la legge sul «materiale bellico» e la sua «lunga tradizione in campo umanitario».
BERNA - «Nessuna arma svizzera finirà in Ucraina». Lo ha deciso il Consiglio federale nella propria seduta odierna. Il Governo, prendendo atto che anche il Parlamento ha discusso sulla riesportazione da parte di Paesi terzi di materiale bellico di produzione elvetica, ha riconfermato (una volta di più) la sua posizione non favorevole alla riesportazione del materiale bellico.
La decisione del Consiglio federale - si legge in una nota - si fonda «da un lato sulla legge federale sul materiale bellico» (LMB) e, dall'altro «sui suoi valori» e sulla «sua lunga tradizione di Stato neutrale e attivo in ambito umanitario, sul suo impegno a favore dei diritti umani e delle Convenzioni di Ginevra e, non da ultimo, sulla sua pratica internazionale in materia di mediazione per la pace».
«Neutralità non è indifferenza»
Berna precisa che «la neutralità» non significa «indifferenza» nei confronti dell'aggressione russa in Ucraina. «Difatti - precisa il Consiglio federale - in più occasioni la Svizzera ha condannato con fermezza l'aggressione chiedendo inoltre la cessazione delle ostilità e il ritiro delle truppe russe dall'intero territorio ucraino. Il nostro Paese poi - ricordano da Berna - riprende le sanzioni dell'Ue».
Richieste da Germania, Danimarca e Spagna
Nello specifico, Berna ha rifiutato le richieste ricevute (negli ultimi dodici mesi) da Germania, Danimarca e Spagna per il trasferimento di materiale bellico di provenienza elvetica all'Ucraina. «Dall'annessione russa della Crimea nel 2014 - ricorda il Consiglio federale - la Svizzera ha applicato il diritto di neutralità, parte del diritto internazionale consuetudinario, alle relazioni con la Russia e l'Ucraina. Questo approccio è rimasto invariato anche in seguito all'aggressione militare russa. In virtù dell'articolo 7 in combinato disposto con l'articolo 9 della quinta Convenzione dell'Aia del 1907, nelle esportazioni di armi va rispettato il principio della parità di trattamento». Oltre al diritto internazionale, occorre tenere conto anche del diritto svizzero in materia di controllo delle esportazioni. «Secondo l'articolo 22 della legge federale sul materiale bellico - conclude il Consiglio federale - le richieste di esportazione di materiale bellico non sono autorizzate se il Paese destinatario è implicato in un conflitto armato interno o internazionale, come nel caso di Russia e Ucraina».