Entrambi gli istituti avrebbero aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni, prima del tracollo di Credit Suisse.
BERNA - Credit Suisse e UBS sono tra le banche sotto esame nell'ambito di un'indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che vuole verificare se i professionisti della finanza abbiano aiutato gli oligarchi russi a eludere le sanzioni, secondo quanto riferito da persone che hanno familiarità con la questione. Lo riporta Bloomberg.
Le banche svizzere sono state incluse in una recente ondata di mandati di comparizione inviati dal governo statunitense. Le richieste di chiarimento sono state inviate prima della crisi che ha travolto il Credit Suisse e che ha portato alla proposta di acquisizione da parte di UBS.
Le indagini del Dipartimento di Giustizia si concentrano sull'identificazione dei dipendenti delle banche che hanno avuto a che fare con i clienti sanzionati e sul modo in cui questi clienti sono stati sottoposti a controlli negli ultimi anni. Sia Credit Suisse che UBS si sono rifiutati di commentare.
Banche e individui sanzionati - Nel 2014 BNP Paribas aveva accettato di pagare quasi 9 miliardi di dollari dopo essersi dichiarata colpevole di aver elaborato transazioni per entità sudanesi, iraniane e cubane sottoposte a sanzioni. Nel 2019, Standard Chartered Bank aveva accettato di pagare più di 1 miliardo di dollari per risolvere un'indagine del Dipartimento di Giustizia, in cui un ex dipendente della banca si è dichiarato colpevole di aver cospirato per violare le sanzioni sull'Iran.
Anche singoli individui sono stati accusati di aver aiutato gli oligarchi a nascondere i loro beni: l'imprenditore britannico Graham Bonham-Carter è stato arrestato a ottobre con l'accusa di aver trasferito illegalmente un milione di dollari per "salvare" le proprietà statunitensi del miliardario russo Oleg Deripaska. A gennaio, anche un ex agente dell'FBI era stato accusato di aver aiutato Deripaska.
UBS aveva già espresso preoccupazioni - In merito al piano di salvataggio di Credit Suisse, UBS aveva espresso preoccupazioni generali riguardo all'assunzione delle potenziali responsabilità legali del suo rivale. Il governo svizzero aveva dichiarato che avrebbe garantito fino a 9 miliardi di franchi di perdite derivanti dall'accordo. Non è chiaro se il fondo andrà a coprire le spese di potenziali sanzioni da parte degli Stati Uniti.