Il Consiglio federale vuole regolamentare in modo più incisivo le grandi piattaforme di comunicazione.
BERNA - Giganti tecnologici come Google, Twitter e Meta guadagnano enormi somme di denaro in Svizzera grazie alla pubblicità. Allo stesso tempo, però, sono scarsamente regolamentati e, se vengono riscontrate violazioni della legge sulle piattaforme, è complicato e lungo punire le società per questo. La situazione, però, potrebbe cambiare.
Che cosa è successo?
Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni del consigliere federale Albert Rösti di elaborare un progetto di legge. I punti da includere sono i seguenti:
Quali realtà sono interessate?
L'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) scrive di Google, Facebook, Twitter e Youtube. In risposta a una domanda di 20 Minuten, la portavoce dei media Silvia Canova ha chiarito: «La legge è destinata a coprire i social e i motori di ricerca “molto grandi”, cioè i servizi con un alto tasso di utilizzo in Svizzera». La soglia di utilizzo elevato non è ancora stata determinata. In considerazione dei dati di utilizzo in rapida crescita, tuttavia, è probabile che anche Tiktok sia interessato.
Questi piani sono realistici?
L'esperto digitale Philipp Wampfler ritiene che la spinta sia realistica. Ma: «Le piattaforme cercheranno sicuramente di aggirare le normative o, nella migliore delle ipotesi, di ritirare alcune offerte in Svizzera».
La Confederazione si sta muovendo da sola?
No. Secondo Wampfler, l'anno scorso l'UE ha adottato regole più severe. «Ma naturalmente ci sono enormi differenze, alcuni Paesi usano molta severità, altri per niente».
Cosa succede se i “social” non si adeguano?
Bakom non scrive nulla al riguardo. Alla domanda di 20 Minuten, la portavoce dei media Silvia Canova risponde: «Le disposizioni legali devono ancora essere elaborate». Per Wampfler è chiaro: «È necessario un catalogo chiaro di sanzioni e le sanzioni devono riguardare l'attività pubblicitaria. Chi non rispetta la legge non dovrebbe essere autorizzato a guadagnare in Svizzera».
Come sono regolate le multe nell'UE?
Chi non rispetta le regole rischia una multa che può arrivare fino al sei per cento del suo fatturato mondiale annuo. Per aziende come Facebook, si tratterebbe di multe di diversi miliardi di euro, come scrive la "NZZ".
Cosa ne pensano i politici?
Il consigliere nazionale PLR Christian Wasserfallen critica il piano: «Attualmente ci sono molti sforzi per regolamentare queste piattaforme. Ma è difficile farle rispettare a livello internazionale. È lodevole, ad esempio, chiedere trasparenza nella pubblicità e voler agire contro l'odio su Internet. Ma semplicemente non ci sono criteri chiari e strumenti legali per punire tutto ciò».
Wasserfallen è anche scettico riguardo alle commissioni federali di esperti. «Dovrebbero giudicare casi individuali prendendo in considerazione milioni e milioni di messaggi e interazioni». Wasserfallen si schiera contro la regolamentazione e a favore di cittadini maturi, critici e responsabili.
La consigliera nazionale dei Verdi Marionna Schlatter accoglie con favore il piano, ma ritiene che il Consiglio federale non si stia spingendo abbastanza in là: «Da anni chiediamo trasparenza e maggiori diritti per gli utenti, ma non è mai successo nulla. Non ci sono sanzioni chiare per le violazioni. Se le aziende non rispettano le regole, devono pagarne il prezzo».
Per Schlatter non è sufficiente non fare nulla perché non c'è una base legale: «Allora dobbiamo creare la base. Abbiamo visto i giganti della tecnologia fare i loro affari per troppo tempo».