È il risultato di uno studio del centro ospedaliero di Bienne. I dati peggiori sono in Svizzera tedesca. Va meglio in Ticino.
BIENNE - «Quasi il 60% dei medicamenti in bella mostra nelle farmacie svizzere non ha un'efficacia comprovata dal punto di vista medico». È questa la conclusione di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Centro ospedaliero di Bienne. Nello specifico, si legge nella nota, «solo 418 (o il 43,1%) dei 970 farmaci esaminati in totale hanno un'efficacia comprovata. Per gli altri 556 farmaci (cioè il 56,9%), i dati e le evidenze scientifiche sono troppo deboli per trarre conclusioni affidabili sulla loro efficacia».
In inverno, nella Svizzera tedesca, 55 medicine esposte su 66 sono considerate inefficaci, vale a dire circa l’83%. Va meglio in Ticino e nella Svizzera francese, dove la percentuale si abbassa al 50%. «Forse - commenta Daniel Genné, responsabile della medicina interna del Centro ospedaliero - il motivo è che nella Svizzera tedesca si ricorre maggiormente alla medicina "alternativa"». In primavera, invece, in tutta la Confederazione sono presenti più farmaci di provata efficacia. «Il motivo è da ricercare nei rimedi contro il raffreddore da fieno», spiega Genné. «Parecchi antistaminici - aggiunge - sono disponibili senza prescrizione medica e possono quindi essere promossi».
Il gruppo di ricerca precisa che non c'è alcuna intenzione di denigrare il lavoro dei farmacisti. «In primo luogo - spiegano - la loro scelta è limitata: essendo vietata la pubblicità per i medicinali soggetti a prescrizione, non possono esporre gli antibiotici in vetrina». Inoltre, «le vetrine contengono informazioni sanitarie serie e raccomandazioni valide. Sono contributi molto preziosi».
Genné disapprova il fatto che siano esposti così tanti farmaci di cui non è stata dimostrata l'efficacia e che quindi siano indirettamente raccomandati al pubblico. «Così come gli elettrodomestici vengono classificati in base alla loro efficienza energetica e per incoraggiare l'acquisto di apparecchi meno dispendiosi, anche i farmaci potrebbero essere classificati», hanno infine scritto i ricercatori nel loro articolo, appena pubblicato sul British medical journal open.