L'uomo lavora all'Istituto di studi islamici e ha espresso la sua ammirazione (oltre alla sua gratitudine) verso l'azione terroristica.
BERNA - Un collaboratore dell'Istituto di studi islamici dell'Università di Berna non ha nascosto, lo scorso sabato 7 di ottobre, le sue simpatie verso l'azione terroristica di Hamas contro Israele. Commenti che si sono spinti oltre il semplice sostegno alla causa palestinese suscitando l'indignazione di associazioni ed esperti.
In un altro post, ha commentato in ebraico un video che documentava l'attacco con le parole "Shabbat Shalom" ("Che sia un sabato di pace"), un comune saluto ebraico del sabato. Ricordiamo che Hamas ha lanciato il suo grande attacco, in cui centinaia di civili israeliani sono stati uccisi e rapiti, nel giorno della festa ebraica di Simchat Torah ("Gioia della Torah").
I tweet hanno subito suscitato lo sdegno di varie associazioni islamiche e di esperti di Islam. L’autrice e attivista per i diritti umani Saïda Keller-Messahli, ad esempio, ha descritto le parole del professore come «totalmente primitive e di cattivo gusto». «Il fatto che qualcuno sia felice che centinaia di persone siano state massacrate mi sconvolge e mi lascia senza parole». I post dovrebbero anche essere chiaramente intesi come «sostegno all’attacco terroristico e incoraggiamento alla violenza», ha affermato l’esperto di islamismo.
«In quanto professore universitario che rappresenta un modello per i suoi studenti, ha agito in modo estremamente irresponsabile» Secondo Keller-Messahli l'università dovrebbe agire revocando la cattedra all'uomo. «Chiunque rappresenti opinioni disumane non ha posto in un’università».
«Sono scioccato», ha affermato Önder Günes, presidente della Federazione delle organizzazioni islamiche ombrello svizzera (FIDS). «La glorificazione della violenza e degli attacchi contro i civili deve essere condannata».
Per Günes, i tweet glorificano chiaramente la violenza. «La compassione per le persone che si trovano in una situazione difficile, anche nella Striscia di Gaza, è comprensibile. Ma queste emozioni non devono mai essere usate per giustificare un attacco contro persone innocenti». Il presidente della FIDS chiede che ora la direzione universitaria abbia urgentemente bisogno di parlare con i suoi dipendenti. «Non dovresti permetterti di esprimerti in quel modo, soprattutto in un ruolo del genere».
La reazione dell'istituto di ricerca di Berna non si è fatta attendere. L'Università di Berna ritiene «inaccettabile» il contenuto dei suoi tweet. L'università ha scritto in un comunicato che bisogna prendere le distanze da qualsiasi tipo di violenza e dal suo sostegno e ha annunciato che ci saranno conseguenze. «L'incidente porterà sicuramente ad un provvedimento disciplinare perché la persona colpita non si comporta secondo le pertinenti linee guida dell'Università di Berna».