I controlli hanno messo in luce che un'area degli impianti figura al di fuori dell'area sciistica autorizzata per le gare di sci alpino.
SION (VS) - La Commissione cantonale vallesana delle costruzioni (CCC) ha emesso un divieto immediato di utilizzo di alcune installazioni sul ghiacciaio del Teodulo a Zermatt (VS), situate al di fuori dell'area autorizzata per le gare di sci alpino di Coppa del Mondo. Gli organizzatori ne prendono atto, gli Avvocati per il clima parlano di vittoria per il ghiacciaio.
Guardando il piano della pista prevista per la discesa, è stato constatato che una superficie molto ridotta delle installazioni figura al di fuori dell'area sciistica omologata su territorio svizzero, scrive la CCC in un comunicato diffuso oggi.
La CCC non ha però potuto stabilire se lavori in questo settore siano stati eseguiti secondo il piano depositato dall'organizzatore. Le condizioni meteorologiche non hanno infatti permesso di visitare il ghiacciaio per visionare il sito e realizzare rilievi geometrici.
Organizzatori prendono atto
«Non appena la situazione meteorologica lo consentirà, verrà apportata una correzione corrispondente senza alcun problema e senza influenzare il tracciato dal punto di vista sportivo», reagisce in una nota il comitato organizzatore locale della Matterhorn Cervino Speed Opening. Quest'ultimo prende atto della decisione e non intende presentare ricorso. «Rispettiamo la legge», aggiunge in conclusione.
Nessuna autorizzazione
Non si è fatta attendere anche la reazione degli Avvocati per il clima, che in un comunicato parlano di importante vittoria per il ghiacciaio del Teodulo. L'associazione, che aveva sottoposto la questione alla CCC per «fare piena luce sulla vicenda», sollevata anche da diverse testate, condivide sul proprio sito il contenuto della lettera della CCC agli organizzatori.
Nella missiva si legge che una parte della pista della Gran Becca è effettivamente fuori dalla zona sciistica. A ciò si aggiunge il fatto che una parte della pista che si trova all'interno dell'area sciistica è al di fuori del perimetro omologato, cosa che non era nota, osservano gli Avvocati per il clima.
La CCC precisa inoltre che «non ha rilasciato alcuna autorizzazione» agli organizzatori per lo sviluppo di questi due tratti. Questa decisione conferma quindi che i lavori sono stati eseguiti senza autorizzazione della CCC e in parte fuori zona, al contrario di quanto affermato pubblicamente dal comitato organizzatore, riassumono gli Avvocati per il clima.
Per ragioni di proporzionalità e in considerazione della limitata conoscenza del dossier, la CCC ha deciso di non emettere un divieto generale di utilizzo dell'intera pista, almeno per il momento. Ha però deciso di imporre un divieto immediato di utilizzo di queste installazioni fino a quando non deciderà se concedere la licenza edilizia od ordinare il ripristino del sito allo stato di conformità legale. I costi saranno a carico degli organizzatori.
Nel caso dei lavori eseguiti all'interno dell'area sciistica, la CCC si aspetta che gli organizzatori forniscano le prove necessarie di conformità entro il termine stabilito. Se necessario, analizzerà se sia necessario presentare un dossier di regolarizzazione. In conclusione la CCC ricorda di non avere giurisdizione sulle infrastrutture situate in territorio italiano.