Il 68% appare a favore, secondo un sondaggio condotto dal Basel Center for Health Economics
ZURIGO - Sembra essere in crescita il sostegno all'introduzione di una cassa malati unica, un'idea peraltro più volte respinta negli scorsi decenni in votazione popolare: due svizzeri su tre sarebbero oggi favorevoli.
Il dato emerge da un sondaggio rappresentativo condotto dal Basel Center for Health Economics (BCHE) e di cui riferisce oggi la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). I primi risultati dello studio - il campione è ancora in fase di ampliamento - sono stati presentati ieri a Berna.
In base a questo rilevamento demoscopico il 68% della popolazione vedrebbe di buon occhio un unico assicuratore malattia, contro il 21% di contrari (il resto non sa o non si esprime). «Gli intervistati non sono a quanto sembra più convinti che la concorrenza tra le casse sia vantaggiosa», riassume la NZZ.
I sondaggisti hanno anche esplorato la possibilità di passare dall'attuale sistema di premio pro capite a una tassa sulla salute da applicare al reddito. Alla domanda «al posto dei premi, verrà introdotta una tassa sanitaria nazionale del 12% sul reddito, è d'accordo?» il 40% risponde di sì, un'analoga quota di no.
«È interessante notare che non ci sono quasi differenze tra le classi di reddito», afferma a questo proposito l'autore della ricerca Stefan Felder, attivo presso l'Università di Basilea, citato dal quotidiano zurighese. Le persone che guadagnano bene sono quindi altrettanto spesso a favore di quelle meno abbienti.
Dalla simpatia mostrata per un'unica cassa si potrebbe dedurre che gli svizzeri non attribuiscono più alcuna importanza alla responsabilità individuale: ma questa conclusione sarebbe affrettata, come emerge da altri due risultati del sondaggio. Solo il 28% è favorevole all'abolizione delle franchigie e dell'aliquota percentuale di partecipazione ai costi, mentre il 57% è contrario. Inoltre poco meno della metà degli intervistati approverebbe il raddoppio dell'attuale partecipazione agli oneri, se questo venisse ricompensato con un equo risparmio sui premi, mentre il 36% rimane scettico in materia.