Sempre più persone lo parlano, mentre va scemando l'importanza del francese e dell'italiano
ZURIGO - Entrare in un'ottica nel centro di Zurigo per comprare degli occhiali e trovarsi di fronte a personale di vendita che non parla una parola di tedesco. Sembra assurdo, ma è la realtà. Il motivo? In quel momento era difficilmente reperibile del personale madrelingua tedesca e l'azienda ha ripiegato su sostituti pescati dalla filiale di Londra.
Il caso raccontato dalla NZZ non è isolato. Anzi, nei ristoranti modaioli zurighesi va facendosi strada la tendenza "English only". Nelle città svizzere e nelle località turistiche è ormai quasi consuetudine che ai clienti ci si rivolga in inglese senza battere ciglio. E non solo a Zurigo, Ginevra, Zermatt o St. Moritz. Anzi, il luogo in cui si parla più spesso inglese in Svizzera sembra essere Walchwil, nel cantone di Zugo.
Nell'ambito di un'indagine del 2022, l'Ufficio federale di statistica (UST) ha raccolto dati sulla lingua parlata dai residenti. Nel Canton Zugo il 14,1% della popolazione ha dichiarato di parlare principalmente inglese. Nessun altro cantone è così fortemente anglicizzato come il paradiso fiscale della Svizzera centrale. Seguono i cantoni di Basilea Città (12,5%), Ginevra (11,8%) e Zurigo (10,8%).
Influenzati dai social network
Analizzando i dati per comune, il quadro nel canton Zugo è ancora più singolare: nella tranquilla Walchwil, con i suoi 4.000 abitanti scarsi, quasi una persona su tre over 15 parla inglese, ovvero il 27,3%. Il motivo è semplice: le zone residenziali sono principalmente abitate da espatriati con un reddito elevato. Nella città di Zugo, l'inglese è la lingua principale per una persona su cinque. Nella città di Zurigo, invece, lo è per il 12,5% degli abitanti.
Ciò che impressiona maggiormente è la rapidità con cui l'inglese si sta diffondendo. In 22 anni, il numero di abitanti madrelingua inglese è aumentato di oltre sette volte. Uno sviluppo che sembra particolarmente impressionante a Zugo, ma che sta emarginando le lingue nazionali anche in altri cantoni.
L'avanzata apparentemente inarrestabile dell'inglese non è dovuta esclusivamente all'immigrazione. Anche i social network e Netflix, nonché l'insegnamento delle lingue straniere, hanno un ruolo in questa evoluzione.
I dati dell'Ufficio federale di statistica lo confermano: quasi tre quarti dei giovani tra i 15 e i 24 anni parlano, scrivono, leggono o ascoltano l'inglese almeno una volta alla settimana. Nel 2014, questa percentuale era solo del 62%. Questo, tra l'altro, è il risultato di un sondaggio condotto nel 2019, ed è probabile dunque che ora la percentuale sia ancora più alta.
Al contrario, un numero significativamente inferiore di anziani utilizza l'inglese con altrettanta regolarità. Solo il 15% delle persone di età pari o superiore a 75 anni utilizza l'inglese almeno una volta alla settimana.
In tutte le fasce d'età e in tutte le regioni linguistiche, l'inglese è comunque la lingua non nazionale utilizzata con maggior regolarità per il 45% della popolazione svizzera (dati del 2019). Al contrario, solo il 39% della popolazione utilizza regolarmente il francese e solo il 15% l'italiano.
Ci sono poi gli inglesismi, entrati a gamba tesa nel linguaggio di tutti i giorni, con termini come "goofy", "smash", "cringe", "lost" e "fly sein". tutto ciò mentre i più anziani stanno attirando l'attenzione su di sé proprio a causa del loro "cringe english".
È indimenticabile l'apparizione dell'ex consigliere federale Ueli Maurer alla CNN dopo la sua visita a Donald Trump nel 2019: il portavoce di Maurer ha dovuto tradurre le domande del presentatore in svizzero tedesco. Maurer ha inciampato e annaspato, proponendo poco e niente a livello di contenuti.
I candidati al Consiglio federale vengono ormai regolarmente esaminati riguardo la loro conoscenza della lingua inglese. Nessun problema per Beat Jans, eletto a dicembre: il basilese è sposato con un'americana, tipico della città con la seconda più alta percentuale di madrelingua inglese. Nella famiglia Jans si parla regolarmente inglese a tavola.
Anche uno studio recentemente pubblicato dall'Università di Ginevra conferma l'inglese come lingua dominante. Secondo l'autore dello studio, Daniel Elmiger, si sta andando verso un'anglicizzazione dell'insegnamento, anche nelle scuole professionali.
Insomma, l'inglese è un po' ovunque. Da tempo si dà per scontato che le opere esposte nei musei siano etichettate nella propria lingua e in inglese. Gli spettacoli teatrali sono regolarmente sottotitolati in inglese, le riunioni vengono chiamate meeting e si tengono in inglese. In molte aziende o gruppi di ricerca, la lingua parlata non è più il tedesco o il francese, ma l'inglese.
Per i pessimisti, l'inglese è la forza trainante che sta lentamente distruggendo l'identità del nostro Paese. Per gli ottimisti, è il collante che ci unisce. In ogni caso, il tempo in cui i puristi della lingua trovavano questa tendenza "scioccante" è già passato.