Diversi avvistamenti nella Svizzera orientale. Ma l'esperto rassicura. «Velenoso, ma non particolarmente pericoloso»
SAN GALLO - Gli aracnofobici hanno di che preoccuparsi. Il motivo? La rapida diffusione dei cosiddetti ragni Nosferatu, specie che fino a qualche tempo fa era limitata alle aree mediterranee.
Ne sa qualcosa M.A., sangallese che ha raccontato la sua esperienza a 20 Minuten: «All'inizio era solo uno, poi ho cominciato a trovarne sempre più», racconta il 36enne. «Sono creature veramente enormi», prosegue.
All'inizio ha fatto fatica a riconoscerlo, ma i segni caratteristici sul dorso e qualche ricerca su internet hanno permesso di dargli un nome. «Li trovo soprattutto quando mi alzo di notte e accendo la luce. Sono ovunque, escono con il buio». Se si conta l'ampiezza delle gambe, questa tipologia di ragni può raggiungere la grandezza del palmo di una mano. «Uno di questi era talmente grande che non sono riuscito a coprirlo con un bicchiere», spiega l'uomo.
Il 36enne, tra l'altro, vive in un attico. Quindi nemmeno l'altezza riesce a fermare la specie. Unico vantaggio? «Da quando ho iniziato a trovarne, nel mio appartamento non ci sono più insetti. Sono diventati il loro pasto».
Il ragno Nosferatu si trova nella Svizzera orientale da poco, ma si sta diffondendo rapidamente. «Presumo che sia attratto anche dalle aree urbane», afferma Elia Heule, responsabile della conservazione della natura e delle specie allo zoo Walter di Gossau.
Tuttavia secondo Heule non dovrebbe costituire un grosso problema. Il ragno non è molto più grande dei ragni locali, ma è più carnoso. Può anche mordere l'uomo, almeno nelle aree dove la pelle è più sottile, e rilasciare il suo veleno. «Il suo morso è a metà tra una puntura di vespa e una puntura di zanzara», spiega Heule.
Il ragno utilizza il veleno per predare gli insetti. Se si sente attaccato, ad esempio se viene messo alle strette, morderà anche le persone in caso di estrema emergenza. Ma il suo veleno di solito non è un problema per l'uomo.
«Il ragno Nosferatu vive principalmente dentro e intorno alle case», prosegue Heule. Originariamente era abituato a stare in grotte e su affioramenti rocciosi. Le moderne abitazioni umane ricordano ai ragni il loro habitat naturale. «Sono attratti dalle case e dagli appartamenti, soprattutto in inverno».
Per riprodursi, il ragno cova in un punto ben nascosto, costruendosi una camera di seta nella quale si trova il bozzolo e le numerose uova. «I giovani ragni vengono lasciati a se stessi subito dopo la schiusa, visto che gli adulti muoiono poco dopo».
Insomma, non è particolarmente pericoloso, anzi, aiuta a catturare mosche e zanzare. Per liberarsene? ««Se non vi sentite a vostro agio con lui usate un bicchiere e un pezzo di cartone o di carta e portatelo fuori vivo», consiglia Karin Urfer, curatrice degli invertebrati al Museo naturale di San Gallo.
Misure importanti per evitare i ragni sono: la pulizia, ma anche sigillare crepe o fessure, così come gli infissi. In generale è importante evitare il contatto diretto con il ragno per non venire morsi. L'animale attacca solo quando si sente minacciato o irritato.
Per chi ha paura dei ragni, Heule consiglia un approccio graduale sotto la guida di un professionista. Nei seminari sulla paura, si inizia dalla foto e si termina con il contatto visivo con il ragno vivo. Al Walter Zoo, tre volte all'anno si tiene un seminario per vincere la paura.