Il dossier è stato respinto per 121 voti contro 64.
BERNA - Colpo di scena stamane al Consiglio nazionale. Il plenum ha respinto per 121 voti a 64 la modifica di legge che avrebbe dovuto applicare l'iniziativa popolare "Giovani senza tabacco". Il dossier ritorna sui banchi del Consiglio degli Stati.
A determinare la bocciatura del progetto, anche se per ragioni opposte, è stata un'alleanza fra il campo rosso-verde e l'UDC. Se per i primi le eccezioni al divieto di pubblicità non rispettavano il mandato costituzionale, frutto si è detto anche del lobbismo dell'industria del tabacco, per i secondi non andavano abbastanza lontano. Anche il PLR ha criticato il progetto, sottolineando che l'iniziativa popolare chiede il divieto della pubblicità destinata ai giovani, non un divieto tout court per sigari e sigarette la cui vendita rimane pur sempre legale in Svizzera.
In particolare, è risultata inaccettabile per il campo rosso-verde l'idea di consentire la pubblicità all'interno di riviste e giornali (lettorato: 95% di adulti). Sia per la sinistra che per la "ministra" della sanità, Elisabeth Baume-Schneider, si tratta di un'eccezione che non rispetta la volontà popolare, perlopiù difficile da applicare, giacché consentirebbe la réclame nei quotidiani e riviste che non di rado finiscono in mano anche a giovani e adolescenti. Il tentativo del Centro di indorare la pillola proponendo un compromesso, ossia un lettorato composto almeno dal 98% di adulti, è stato respinto dal plenum.
L'iniziativa "Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco (Fanciulli e adolescenti senza pubblicità per il tabacco)" approvata da popolo e Cantoni chiede la proibizione di ogni forma di pubblicità per i prodotti del tabacco che raggiunge fanciulli e adolescenti.
Il Consiglio federale ha presentato un disegno di legge che va nella direzione dell'iniziativa, includendo anche il divieto per le sigarette elettroniche. Il Consiglio degli Stati, che si era già occupato del dossier, aveva già provveduto ad edulcorarlo, per esempio con le eccezioni per la stampa scritta, ma anche per quanto attiene alle sponsorizzazioni e alla vendita da parte di personale itinerante.
Già prima che iniziasse la sessione, il comitato promotore dell'iniziativa si era detto deluso dalla piega che stavano prendendo i dibattiti in parlamento, giudicando non rispettose della Costituzione le eccezioni inserite nel progetto governativo. I promotori dell'iniziativa hanno ventilato la possibilità di ricorrere a un referendum, qualora venisse infine accolta una modifica di legge con queste eccezioni, e preannunciato anche il possibile lancio di una nuova iniziativa popolare.