In generale in Svizzera c'è ancora del lavoro da fare per l'attuazione delle nuove norme che entreranno in vigore a luglio
BERNA - I cantoni romandi sono generalmente più avanti rispetto a quelli della Svizzera tedesca nell'attuazione del nuovo diritto penale in materia sessuale, che entrerà in vigore all'inizio di luglio. La Svizzera italiana ha da parte sua ancora un potenziale di miglioramento.
I ritardi riguardano in particolare la presa a carico delle vittime e la conservazione delle prove.
In alcuni cantoni, in particolare, manca un'ampia formazione iniziale e continua per gli specialisti della polizia e degli ospedali, ha comunicato oggi il think tank Reatch. In collaborazione con Reatch, un gruppo di ricerca ha condotto un'indagine su questo tema presso le amministrazioni cantonali e le associazioni specializzate.
Con la revisione del diritto penale in materia sessuale, che entrerà in vigore il primo luglio, si applicherà il principio "no significa no". Ci sarà quindi violenza carnale quando la vittima avrà espresso chiaramente il suo rifiuto, ad esempio con parole, gesti o lo stato choc della vittima (cosiddetto freezing). Non è più necessario che la vittima si difenda.
Secondo il rapporto, i cantoni di Berna, Giura, Uri, Vaud e Vallese hanno già adottato misure o sono in procinto di farlo. Altri cantoni, tra cui Appenzello Esterno, Glarona e Obvaldo, sono invece in ritardo. Nella Svizzera italiana, dove come detto esiste un potenziale di miglioramento, sono previste alcune iniziative.
Oltre alle lacune nella conservazione delle prove, in alcuni cantoni le vittime devono ancora occuparsi in prima persona del coordinamento tra i centri di accoglienza e gli stessi servizi amministrativi, dove spesso manca la fiducia. Il rapporto mostra anche che i dati sul tema della violenza sessuale in Svizzera sono scarsi e che nella società esistono molti miti sullo stupro. Infine, non esistono praticamente risorse per le vittime di sesso maschile.