A sostenerlo è il consigliere federale Beat Jans
BERNA - «La sovranità e la capacità d'azione della Svizzera saranno rafforzate da eventuali nuovi accordi bilaterali con l'Ue, dato che, in un mondo interconnesso, ciò avviene regolando le relazioni con i partner più importanti». A dirlo è il consigliere federale Beat Jans, espressosi in un commento pubblicato sull'edizione odierna della "Neue Zürcher Zeitung".
«Con due partner di dimensioni diseguali, le regole sono quasi esistenziali per il più piccolo - fa notare Jans - Questo perché quello grande può far valere i propri interessi anche con la forza».
La Svizzera, prosegue il capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), conosce gli effetti di questo «gioco di potere per esperienza diretta: le misure di Bruxelles contro la borsa elvetica e la ricerca sono ad esempio un brutto ricordo. In assenza di un nuovo pacchetto di accordi, Berna non aveva potuto fare nulla per impedirlo».
I "Bilaterali III" creerebbero certezza giuridica, sia per gli scienziati svizzeri sia per le piccole e medie imprese che vogliono fare affari con i partner europei. Sarebbero inoltre un modo «di definire regole chiare che ci tutelano e su cui si può fare affidamento in situazioni straordinarie», scrive il basilese sul quotidiano svizzerotedesco.
Jans ha poi smentito l'affermazione secondo cui la Corte di giustizia dell'Unione europea avrebbe in futuro l'ultima parola sulle controversie. Ciò è "semplicemente sbagliato", evidenzia il consigliere federale, stando al quale non è nemmeno vero che l'adozione dinamica del diritto minerebbe la sovranità, anche perché, mette in risalto, "dinamico non significa automatico".