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BERNARudolf Strahm critica la modifica della legge sulla previdenza

02.08.24 - 13:54
Per l'ex sorvegliante dei prezzi non affronta il problema degli enormi costi dell'amministrazione delle casse pensioni
Imago
Fonte ats
Rudolf Strahm critica la modifica della legge sulla previdenza
Per l'ex sorvegliante dei prezzi non affronta il problema degli enormi costi dell'amministrazione delle casse pensioni

BERNA - La modifica della legge sulla previdenza professionale, in votazione il prossimo 22 settembre, non affronta il problema degli enormi costi per l'amministrazione delle casse pensioni. Lo sostiene l'ex sorvegliante dei prezzi ed economo Rudolf Strahm in un'intervista rilasciata al Blick. A suo avviso, affinché questi diminuiscano occorre una maggiore trasparenza.

Secondo un suo calcolo tali costi si attestano a 8,6 miliardi di franchi all'anno di cui l'80% divorato dalla gestione dei capitali nel settore finanziario.

"Le casse pensioni obbligatorie sono diventate un negozio self service per le banche e gli hedge fund", critica Strahm. L'industria finanziaria addebita alle casse pensioni ad esempio commissioni bancarie, commissioni di deposito, commissioni di intermediazione, costi di transazione e imposta di bollo.

In media, i costi di gestione patrimoniale, secondo Strahm sono pari allo 0,56% degli investimenti. Ma la dispersione è enorme, sottolinea. Mentre grandi casse come BVK e Publica per i dipendenti del cantone di Zurigo e della Confederazione hanno solo lo 0,2-0,3%, diverse piccole casse arrivano allo 0,8 e l'1,2%, "Troppo alto", dice Strahm. Gli investimenti delle pensioni non possono essere confrontati con gli investimenti privati. "Si tratta di investitori istituzionali che investono milioni. Ciò consentirebbe costi di gestione più bassi", sostiene Strahm.

In totale, 1400 casse pensioni e istituzioni della previdenza professionale (LPP) in Svizzera gestiscono circa 1,2 bilioni di franchi di patrimonio pensionistico elvetico. Per cui anche piccoli miglioramenti per gli assicurati sarebbero significativi, sottolinea Strahm.

Tuttavia, attraverso la prevista riforma della LPP, il problema amministrativo non verrebbe affrontato, puntualizza Strahm. "Affinché i costi diminuiscano è necessaria trasparenza per creare concorrenza tra le casse e fare pressione sui consigli di fondazione e sui gestori patrimoniali".

Così - secondo l'ex sorvegliante dei prezzi - aumenterebbe la consapevolezza dei costi presso gli assicurati e presso le casse pensione e l'industria finanziaria sarebbe costretta a offrire soluzioni più economiche. Purtroppo, però, l'Associazione svizzera degli istituti di previdenza (ASIP) è contro una maggiore trasparenza, continua Strahm.

In concreto, l'Ufficio federale di statistica (UST) con la sua statistica annuale delle casse pensioni potrebbe rappresentare i costi totali per ogni cassa pensione con una singola cifra comparativa, secondo Strahm. Questo non richiederebbe nemmeno una nuova legge, una direttiva o un'ordinanza del Dipartimento federale dell'interno all'UST sarebbe sufficiente.

Sebbene Strahm ritenga che la riforma della LPP presenti elementi positivi come il miglioramento delle pensioni per i redditi bassi e per il lavoro parziale di cui beneficeranno soprattutto le donne, non reputa necessaria la riduzione del tasso di conversione dal 6,8% al 6%.

"La riduzione del tasso di conversione è stata decisa per fermare la ridistribuzione da giovani ad anziani. Ma questo non esiste più da quando c'è stata l'inversione di tendenza dei tassi di interesse", afferma Strahm. Quando la Banca nazionale svizzera (BNS) ha richiesto tassi di interesse negativi, questi tassi di interesse penalizzanti hanno colpito gli elevati depositi di risparmio degli anziani molto più di quelli dei giovani. Ma ora il tasso d'interesse di riferimento è all'1,25% e i pensionati stanno di nuovo finanziando le loro pensioni da soli. Attualmente gli anziani stanno addirittura pagando anche un po' per le pensioni dei contribuenti attivi.

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