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SVIZZERAUna nuova politica d'armamento per la Svizzera «per fronteggiare sfide future»

27.11.24 - 13:32
Sarà elaborata da diversi Dipartimenti (e da armasuisse) e dovrà essere adottata già entro la metà del 2025.
Depositphotos (boggy22)
Fonte Ats
Una nuova politica d'armamento per la Svizzera «per fronteggiare sfide future»
Sarà elaborata da diversi Dipartimenti (e da armasuisse) e dovrà essere adottata già entro la metà del 2025.

BERNA - L'attuale situazione geopolitica richiede una revisione dell’attuale politica d’armamento che dovrà essere adottata già entro la metà del 2025.

È quanto pensa il Consiglio federale che ha incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di elaborare un documento strategico al riguardo, in cui la cooperazione con l'estero diventerà un aspetto importante.

L’Ufficio federale dell’armamento (armasuisse), spiega una nota governativa odierna, elaborerà la strategia in collaborazione col Dipartimento dell'economia, della formazione e della ricerca, con la Segreteria di Stato dell'economia, col Dipartimento federale degli affari esteri e col Dipartimento federale delle finanze, senza dimenticare la Base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza.

In tale contesto si prevede uno stretto coordinamento con i lavori in corso riguardanti la strategia di politica di sicurezza 2025, diretta dalla Segreteria di stato della politica di sicurezza (SEPOS).

Già nel settembre 2022, alla luce della guerra in Ucraina e del contesto in materia di politica di sicurezza fortemente cambiato in Europa, il Governo aveva completato il rapporto sulla politica di sicurezza 2021, ponendo in primo piano il rafforzamento della capacità di difesa e l’intensificazione della cooperazione internazionale, specie con l'Europa.

Il futuro rapporto dovrà tenere conto di cinque aspetti. In primo luogo, la Svizzera dovrà rafforzare le sue capacità fondamentali in ambito industriale a favore delle capacità d’impiego e di resistenza dell’esercito e aumentare internamente le proprie capacità di valutazione e di sviluppo per le nuove tecnologie, mettendole a disposizione dell’esercito.

Nel settore dell’armamento, la Svizzera contribuirà alla sicurezza dell’Europa, rafforzando in tal modo la propria sicurezza e indipendenza, e incrementerà la capacità di cooperazione internazionale attraverso acquisti di armamenti. Ultimo aspetto: si dovranno acquistare beni d’armamento in modo più rapido, flessibile e maggiormente in sintonia con i cicli tecnologici.

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COMMENTI
 

leobm 1 mese fa su tio
Come era già stato in passato, andiamoci a leggere i libri di storia, la Svizzera si trovò pericolosamente impreparata nel 1939 (non avevano nemmeno le riserve di carburante) ci fu un rapporto del nostro famoso generale che ne descrisse la tragica situazione. Non bisogna tuttavia farsi prendere dal panico e cambiare poco alla volta la strategia, solo e semplicemente questo. Diventare più autonomi non è così negativo.

tbq 1 mese fa su tio
Risposta a leobm
Le ultime due guerre mondiali hanno visto l'esercito svizzero arrivare impreparato, bisogna dirlo. Il motivo? NESSUNO si aspettava che ci sarebbe stata una guerra, allora giù tutti a risparmiare sull'esercito, che tanto non serve. Due guerre mondiali dopo, ancora non l'hanno capita. Lo stesso generale da te citato scrisse: «[...] l'immaginazione è un dono assai raro. Il nostro popolo, nella sua grande maggioranza, non sarà incline a chiedersi negli anni venturi — non altrimenti che nel 1920, nel 1930 e anche più tardi — se il Paese potrebbe trovarsi nuovamente minacciato e in quale modo. Ciò che abbiamo fatto, soprattutto dal 1933 in poi, per scuotere e per richiamare la coscienza e la vigilanza del popolo, ciò che abbiamo fatto dovrà sempre rifarsi.»

Nmemo 1 mese fa su tio
È corretto dotarsi di materiale di difesa tecnologicamente avanzato. Di pari passo si dovrebbe avere il coraggio (politico) di smantellare un esercito di milizia e farlo diventare professionale. (di cappelluti ce ne sono troppi e trovare un ingaggio per tutti è impossibile; di soldati che tirano a campare per passare le giornate nelle bettole è inutile disquisire). Al tempo della mia scuola reclute mi hanno dotato di un fucile d'assalto e di un sacco a pelo napoleonico con il cappotto da avvolgere senza pieghe che non fossero a 45°.

tbq 1 mese fa su tio
Risposta a Nmemo
Coraggio ce ne vorrebbe molto, dato che un esercito professionista di 10'000 uomini solo in stipendi costerebbe quanto uno di milizia di 100-200'000. E nonostante ciò non avrebbe alcuna utilità, se non quella di gestire l'ordine pubblico o essere inviato in "missioni di pace", come le chiamano oggigiorno. Per quanto riguarda difendere il Paese, un esercito professionista al massimo riuscirebbe a difendere un Cantone o due, e non si sa per quanto.

tbq 1 mese fa su tio
Bene il rafforzamento della capacità militare, industriale e tecnologica, cosa che purtroppo dovrà risolvere i problemi creati da trent'anni di "dividendo della pace". Come disse August R. Lindt, «Di questi tempi, la neutralità da sola non ha valore. Conta solo la neutralità armata.» - Per contro male, malissimo, subordinare la nostra sicurezza a fantomatiche "collaborazioni" con "partner" che ci imporranno presto o tardi di abbandonare la nostra neutralità (o quello che ne resta) e schierarci sempre di più. Ai tempi di Lindt, collaborammo strettamente con la Francia; rimanemmo poi fregati quando la Francia alzò bandiera bianca in poche settimane. - «Il problema con le "lezioni della storia" è che di solito le comprendiamo dopo averci sbattuto la faccia contro.» (R.A.Heinlein)

Foxdilollo78 1 mese fa su tio
Preparatevi a sborsare di più, gente! …e magari pure ad reindossare gli scarponi! Al posto di insistere e dimostrarsi neutrali, preferiscono allearsi, spendere soldi (che non abbiamo) e magari mettere a disposizione truppe e personale… 👏🏻👏🏻
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