Il racconto di chi, per vita o per piacere, si trovava a Bangkok durante la scossa: «Siamo tutti per strada, con 40 gradi e senz'acqua».
BANGKOK - Venerdì mattina un fortissimo sisma, con l'epicentro in Myanmar, ha scosso la capitale thailandese Bangkok. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e i morti accertati nel pomeriggio (ora Svizzera), nel solo Myanmar, sono almeno 144 mentre ammontano a 738 i feriti, questo secondo quanto reso noto dalla giunta militare del Paese. Tantissimi poi i video e le immagini ella tragedia che stanno già circolando online.
Mona*, cittadina svizzera, lavora per l'UNICEF e vive a Bangkok. Al momento è ancora in attesa di rientrare nel palazzo in cui abita: «Qui la gente ha ancora paura. Fanno 40 gradi e tutti cercano un po' d'ombra...».
Al momento della scossa, non si è resa subito conto di cosa stesse succedendo: «Inizialmente non sembrava per nulla una scossa. Poi il palazzo - e anche gli altri fuori dalle finestre - hanno iniziato a ondeggiare. Ci hanno subito evacuati. Il tutto è durato diversi minuti... un vero e proprio caos».
La ragazza ha rassicurato subito famigliari, amici e colleghi: «Ho scritto anche alle persone dell'ufficio Unicef in Myanmar ma per ora nessuno mi ha risposto...».
Per ora non è ancora possibile accedere allo stabile: «Siamo nel bel mezzo di un quartiere in cui ci sono molti palazzi», aggiunge. «Per esempio, quello di fronte al nostro mostra delle crepe evidenti sulla facciata. Siamo tutti molto preoccupati».
In sottofondo si sentono le sirene dei mezzi di soccorso e il pianto dei bambini: «Qui vicino un edificio è parzialmente crollato... la Thailandia non è abituata ai terremoti e gli stabili non sono costruiti nell'ottica di un sisma».
«Mi sono sentito come se fossi diventato ubriaco all'improvviso», racconta Rico - in viaggio con la fidanzata a Bangkok - «ho guardato la mia ragazza e anche lei aveva l'espressione confusa poi è esploso il panico. Ci trovavamo al sesto piano di un centro commerciale e la gente ha cominciato a correre... Ogni tanto si staccava una lampada dal soffitto e cadeva al suolo».
Anche Mauri e Saskia, in viaggio con un'amica, sono stati sorpresi dalla scossa mentre si trovavano in un "mall": «C'era gente che urlava, siamo scappati anche noi e ci siamo separati... ci siamo fatti prendere dal panico», racconta il ragazzo.
Una volta all'esterno, ad aspettarli il caldo e la mancanza d'acqua: «L'accesso ai negozi è al momento vietato, si temono le scosse d'assestamento», confermano. Secondo le testimonianze dei giovani svizzeri diverse persone - a causa delle temperature e dello stress - sarebbero svenute.
«Avevamo già viaggiato in Indonesia e Taiwan, dove i terremoti sono più frequenti. Sembra che qui sia una cosa rara. La gente non aveva idea di come affrontare la situazione... la gente era scioccata, in lacrime» ha aggiunto Saskia.
Non è chiaro quanti svizzeri siano stati toccati dal sisma
Interpellata da tio.ch il DFAE riferisce di non disporre attualmente di informazioni su cittadini svizzeri interessati e che sono in corso i relativi chiarimenti. «Le rappresentanze svizzere a Bangkok e Yangon sono in contatto con le autorità locali competenti», così da Berna il Dipartimento federale degli affari esteri.
Attualmente, sulla Travel Admin App sono registrate 470 persone per la Thailandia e 2 persone per il Myanmar. Nel registro degli Svizzeri all'estero sono registrate 13'372 persone per la Thailandia e 57 persone per il Myanmar. Le regioni della Thailandia in cui vive la maggior parte degli svizzeri all'estero sono state scarsamente colpite dal terremoto.