Peter Hans Kneubühl ha intrapreso uno sciopero della fame come protesta al trasferimento dal carcere di Thun
BERNA - Il canton Berna sta pensando di nutrire con la forza Peter Hans Kneubühl, il pensionato noto come il "forsennato di Bienne", che da circa cinque settimane ha intrapreso uno sciopero della fame in carcere. Lo ha affermato oggi davanti ai media Werner Strik, primario dei Servizi psichiatrici universitari (UPD) di Berna.
Kneubühl protesta al fine di ottenere il trasferimento nella prigione regionale di Thun (BE), dove era precedentemente detenuto. Dopo un breve passaggio nel penitenziario di Thorberg (BE), si trova al momento da una settimana all'interno di una struttura dell'UPD.
Secondo Strik, Kneubühl avrebbe già perso almeno dieci chili durante il suo digiuno volontario, anche se al momento il suo stato di salute resta tutto sommato buono e gli psichiatri riescono a comunicare con lui "in modo rispettoso". Prima che le sue condizioni diventino critiche, passeranno ancora circa due settimane, ha aggiunto Strik.
Thomas Freytag, capo dell'Ufficio esecuzione giudiziaria del canton Berna, ha dal canto suo affermato che l'uomo non farà ritorno a Thun, in quanto questa prigione non è attrezzata per fornirgli le terapie delle quali necessita. Freytag ha detto che medicina e giustizia lavoreranno insieme per risolvere la spinosa questione.
Nella conferenza stampa è stato ribadito che rifiutare il cibo non aiuterà il pensionato a veder esaudite le proprie richieste. L'obiettivo è quello di intavolare una sorta di negoziato e trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti.
Il cantone vuole impedire ciò che avvenne nel 2010 col canapaio vallesano Bernard Rappaz, che rifiutò di alimentarsi per 120 giorni in segno di rimostranza contro le condanne a suo carico. All'epoca, i medici si rifiutarono di procedere con l'alimentazione forzata.
L'8 settembre del 2010, Kneubühl si era barricato per ore nella sua abitazione di Bienne dopo che alcuni poliziotti si erano presentati per prelevarlo, in quanto la casa, nella quale era cresciuto e viveva, era stata messa all'asta su decisione della giustizia civile.
Aveva poi sparato diversi colpi di fucile, ferendo gravemente alla testa uno degli agenti, prima di darsi alla fuga. Fu arrestato il 17 settembre in un campo alla periferia della città.