L'episodio si è verificato in un'abitazione situata in Speicherstrasse. Nessun rapporto tra vittima e carnefice
SAN GALLO - La procura sangallese ha fatto luce sul crimine violento che ieri ha portato alla morte di due persone nella città di San Gallo. Un 22enne si è intrufolato nell'appartamento di una 46enne, colpendola ripetutamente al capo con un oggetto. La polizia cittadina è allora intervenuta, sparando all'uomo. Sia la vittima che il suo carnefice sono morti.
Il giovane è riuscito a entrare in un'abitazione in Speicherstrasse e ha cominciato a picchiare la donna con un corpo contundente spigoloso, precisa il Ministero pubblico cantonale in un comunicato odierno. Tra i due non sono per ora emersi legami: sia la scelta della casa che quella della vittima appaiono dunque frutto del caso.
Stando alla ricostruzione della procura, gli agenti giunti sul posto hanno intimato all'aggressore di fermarsi. Ma questi non ha reagito alle sollecitazioni, continuando anzi a infierire pesantemente sulla malcapitata. Due poliziotti a quel punto hanno aperto il fuoco, esplodendo diversi colpi in direzione del sospettato.
L'uomo, un cittadino svizzero, è deceduto sulla scena del crimine, mentre la donna è spirata in ospedale, dove era stata trasportata a causa delle ferite alla testa: troppo grave il trauma cranico con lesioni cerebrali riportato durante il violento pestaggio.
Ulteriori indagini sono in corso per tentare di chiarire i contorni della vicenda e il movente che ha scatenato la furia assassina del ragazzo. Tuttavia, secondo le prime indicazioni, sembra che il colpevole soffrisse di problemi psicologici, ha riferito a Keystone-ATS la portavoce della procura Regula Stöckli, parlando di un episodio «particolarmente brutale».
Per quanto riguarda i due agenti che hanno sparato, una procedura sarà aperta nei loro confronti, così da accertarne la posizione. Entrambi sono stati per ora messi fuori servizio: «Non si può elaborare un evento del genere in 24 ore», ha commentato l'addetto stampa della polizia cittadina Roman Kohler motivando la decisione.