I fatti, che risalgono al 2017, sono stati esaminati da una Corte di Appello. La difesa chiedeva il proscioglimento
ZURIGO - Il Tribunale cantonale di Zurigo ha condannato a dodici anni di reclusione un uomo di 64 anni ritenuto colpevole di omicidio intenzionale della sua compagna. In prima istanza il tribunale distrettuale di Horgen aveva inflitto una pena di dieci anni.
L'avvocato della difesa aveva chiesto il proscioglimento, adducendo che non era stato provato che la donna fosse stata effettivamente uccisa da interventi esterni e non da una caduta. Il legale non ha voluto commentare il verdetto e potrebbe ancora inoltrare un ricorso. Il pubblico ministero aveva chiesto tredici anni di reclusione.
Fin dall'inizio del processo, l'imputato ha negato con veemenza di aver avuto a che fare con le ferite e la morte della donna. Ma secondo la corte cantonale, come il tribunale distrettuale, in base agli indizi «non sussiste alcun ragionevole dubbio» che l'imputato abbia infierito pesantemente contro la donna, che aveva qualche anno più di lui, e l'abbia in fine strangolata nell'appartamento che condividevano ad Adliswil (ZH) nell'autunno del 2017.
Sotto l'effetto dell'alcol - I due si conoscevano da una quindicina di anni e avevano seri problemi con l'alcol. Stando a vari testimoni, la sera del 30 ottobre la coppia era ubriaca in un bar e l'uomo era aggressivo. La donna è tornata a casa prima. Concluso il giro di bevute, anche egli è rientrato. Ha quindi trovato la compagna stesa a terra nei propri escrementi nel soggiorno dell'appartamento, e, preso dalla rabbia, l'ha picchiata. A giudicare da quanto rilevato, la donna, di gracile costituzione, ha cercato di difendersi.
In seguito l'uomo ha deposto la donna, incosciente, nella vasca da bagno e si è addormentato. La mattina seguente l'ha messa nel letto, sempre priva di sensi. In giornata è rimasto nell'appartamento e ha guardato una partita di calcio la sera. Solo il mattino dopo, il primo di novembre, ha informato la polizia della morte della donna.
Morta strangolata - Le perizie medico-legali hanno rilevato, fra l'altro, la frattura di numerose ossa e della laringe. La causa della morte è stata diagnosticata come insufficienza respiratoria dovuta alla mancanza di ossigeno nel cervello: la donna era stata strangolata. Non è chiaro esattamente quando, se subito dopo le violenze o in un momento successivo.
Nello stabilire la pena la corte ha tenuto conto dell'ubriachezza dell'uomo la sera del delitto e ha considerato che avesse una capacità moderatamente ridotta di controllare il suo comportamento. Secondo il tribunale, c'erano anche indizi di una sua precedente violenza contro la compagna.