I fatti sono avvenuti nel febbraio del 2018 a Mels, nel Canton San Gallo
SAN GALLO - Si apre oggi al tribunale distrettuale di Werdenberg-Sarganserland il processo a carico di un algerino accusato di aver ucciso a coltellate un 38enne egiziano in un centro asilo di Mels (SG), nel febbraio del 2018. La procura chiede una pena detentiva di 20 anni per assassinio e l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni.
I fatti si svolsero in una struttura che ospita persone destinate all'espulsione nel comune sangallese, situato una trentina di chilometri a nord di Coira. Il magrebino, oggi 35enne, aveva colpito con un coltello da cucina 29 volte la sua vittima, poi morta in ospedale dove era stato trasportato in gravi condizioni.
L'imputato, che sta scontando un'esecuzione anticipata della pena, era già noto alle autorità in quanto autore di reati contro il patrimonio. Lo scorso aprile la procura lo aveva messo in stato d'accusa, chiedendo per lui il massimo tempo possibile da passare dietro le sbarre, ovvero 20 anni.
Secondo l'atto d'accusa, i due protagonisti della vicenda avevano litigato ed erano passati alle vie di fatto diversi mesi prima del reato tanto che, a quanto pare, l'algerino aveva già preannunciato a un conoscente l'omicidio. Il presunto assassino soffriva di acufene, un disturbo uditivo causatogli proprio dall'egiziano, con un pugno all'orecchio.
Sempre seguendo la ricostruzione del pubblico ministero cantonale, l'imputato ha acquistato un coltello dotato di una lama da 18 centimetri in un mercato dell'usato. Una mattina, si è poi recato a Mels, al centro asilo Heiligkreuz, è entrato nella camera della vittima, che era distesa a letto, e l'ha ripetutamente accoltellata.
Per l'accusa l'algerino ha seguito il suo piano senza farsi il minimo scrupolo, uccidendo il rivale davanti agli ospiti del centro. I colpi mortali sferrati all'egiziano sarebbero stati inferti uno dietro l'altro all'impazzata, in rapida successione.