Approvata una mozione che prevede l'istituzione di un'entità esterna per offrire sostegno.
BERNA - I casi di molestie e pressioni insostenibili avvenute al centro sportivo di Macolin (BE) rivelate dalla stampa nei mesi scorsi sono giunti fin sui banchi del Parlamento. Oggi il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione che chiede l'istituzione di un servizio di sostegno o di segnalazione indipendente per le vittime di abusi in questo ambito.
Questo servizio indipendente è necessario, ha sostenuto la consigliera federale Viola Amherd: alcune federazioni hanno istituito un organo di annuncio, ma non tutte. «Abbiamo bisogno di una struttura nazionale. La mozione lascia comunque ancora molto margine di manovra in merito a finanziamento e gestione del centro», ha aggiunto al ministra dello sport. La Confederazione collaborerà con Swiss Olympic in vista dell'istituzione di un servizio nel 2022.
Il confine tra esigenze sportive e molestie a volte è sottile, ma bisogna chiaramente rafforzarlo, ha detto da parte sua Hannes Germann (UDC/SH) a nome della commissione. Lo sciaffusano ha ricordato che le società di ginnastica hanno in totale 370'000 membri, il 60% delle quali di sesso femminile. «Le testimonianze delle sportive di Macolin hanno scioccato tutti», ha aggiunto.
Una minoranza ha messo in dubbio l'efficacia di tale struttura. La Confederazione non può istituire un servizio di mediazione per ogni sport, ha affermato Ruedi Noser (PLR/ZH) che ha parlato di un «tema emotivo». Secondo Jakob Stark (UDC/TG), lo Stato dovrebbe intervenire a titolo sussidiario accanto agli organismi sportivi ufficiali, come Swiss Olympic.
Come garantire l'indipendenza di un tale centro, si è chiesto anche Damian Müller (PLR/LU). Questa avrebbe infatti necessariamente persone proveniente dal settore. Ciò non risolverà i problemi. Andrea Gmür (PPD/LU) ha ricordato il ruolo primordiale dei genitori.
Come detto, al voto la maggioranza dei "senatori" ha approvato - con 26 voti contro 17 - l'atto parlamentare che passa ora al vaglio del Consiglio nazionale.
La vicenda - In estate avevano suscitato scalpore le rivelazioni di alcune ex atlete sui metodi da caserma applicati a Macolin. Il giornale ginevrino Le Temps, per esempio, ha pubblicato un'intervista alla ticinese Lisa Rusconi, ex capitana della nazionale di ginnastica ritmica, che aveva denunciato le violenze fisiche e psicologiche subite dalle sue allenatrici - tutte dell'Europa dell'Est - tra il 2012 e il 2017.
Altre interviste dello stesso tenore erano apparse su giornali svizzero tedeschi. Da allora, diverse dimissioni sono state registrate in seno alla Federazione svizzera di ginnastica.