Sui social circola un video che mostra gli agenti che intervengono venerdì sera per far rispettare il provvedimento.
Sabato sono apparsi dei blocchi di cemento davanti all'ingresso.
ZERMATT - La polizia vallesana ha messo i sigilli sul Walliserkanne, ristorante di Zermatt diventato noto a livello nazionale nelle scorse settimane dopo che il suo titolare aveva annunciato che non avrebbe controllato il certificato Covid degli avventori. «Il certificato è illegale a mio parere», aveva dichiarato a 20 Minuten il padrone di casa Patrik Aufdenblatten.
La chiusura - Un portavoce della polizia cantonale vallesana, interpellato sempre da 20 Minuten, ha confermato la chiusura. «Venerdì mattinata è stata comunicata la decisione» ha spiegato Mathias Volken. C'è poi una denuncia a carico di Aufdenblatten: «Il Ministero pubblico ne è stato informato».
Il video social - Eppure ieri sera il Walliserkanne ha riaperto i battenti. Sui social media circola un video che mostra la polizia mentre procede a chiudere il locale, affiggendo sulla porta un cartello che spiega le ragioni alla base del provvedimento. Spiega Volken: «La polizia ha ricontrollato il locale quella sera, richiamando nuovamente l’attenzione sulla decisione delle autorità». Ora la Procura vallesana deciderà come procedere. «Al momento è l’unico ristorante del cantone che è stato chiuso» per violazione delle norme anti-Covid.
Sempre secondo la polizia, dalla metà di settembre sono stati effettuati diversi controlli da parte del corpo di polizia municipale di Zermatt e della polizia cantonale a carico del Walliserkanne. Alla fine di ottobre è stato infine avviato un procedimento penale contro i gestori dell'esercizio pubblico.
La minaccia delle armi - Il video mostra che, durante l'intervento, gli animi non erano del tutto tranquilli. «Dobbiamo prendere le armi da fuoco?» si chiede qualcuno. La polizia ne ha preso atto. «In ogni operazione, la sicurezza personale ha la massima priorità», afferma Volken.
I blocchi di cemento - Sabato mattina l'accesso al ristorante è stato reso impossibile con una serie di blocchi di cemento. La misura è stata realizzata in collaborazione con il comune di Zermatt, conferma sempre Volken. L’ufficio del Procuratore sta ora indagando se vi siano altri reati rilevanti connessi alla chiusura.