«Siamo rimasti intrappolati a Cuzco, e non riusciamo ad andarcene. I blocchi stradali intorno alla città l'hanno reso impossibile»
LIMA - A causa delle violente proteste in Perù, circa 5'000 turisti sono rimasti bloccati nella città di Cuzco, nel sud del Paese. I viaggiatori provenienti dall'estero si trovano ora in albergo, in attesa che riprenda il traffico aereo, ha dichiarato il sindaco del distretto di Machu Picchu.
In seguito alle proteste scaturite per l'arresto del presidente Pedro Castillo, la linea ferroviaria tra il sito Inca che ogni anno attira migliaia di visitatori e la città di Cuzco risulta inaccessibile. Si tratta del percorso più celere e comodo per raggiungere la città.
Tra i turisti bloccati, sono una decina quelli svizzeri. Tra questi figurano anche Nico Scharenac e la sua ragazza, che sono riusciti a tornare a Cuzco lunedì passando da un sentiero Inca.
«Quando siamo tornati il mondo non era più lo stesso» ha raccontato lo svizzero a 20 Minuten. «Siamo rimasti intrappolati a Cuzco, e non riusciamo ad andarcene. I blocchi stradali intorno alla città l'hanno reso impossibile». Impraticabile anche la via aerea, almeno per ora, visto che anche l'aeroporto era stato oggetto di proteste. E avventurarsi via terra non è sicuro: «Ci sono posti di blocco ovunque, si rimane bloccati come una sorta di ostaggio».
La situazione a Cuzco rimane tranquilla, ma la coppia, come gli altri turisti, sono bloccati in una situazione non piacevole. Attualmente vige anche il coprifuoco dalle 20:00 alle 04:00. I due devono quindi resistere ancora qualche giorno. Da venerdì infatti sono ripresi i voli dopo che i militari sono riusciti a impossessarsi nuovamente dell'aeroporto. «Ma ovviamente tutti i 5'000 turisti hanno la stessa intenzione di lasciare il Paese il più in fretta possibile. Il nostro volo in teoria parte lunedì, prima per Lima e poi per la Repubblica Dominicana».
In altre regioni del Paese la situazione è invece più critica, come riferisce anche Reuters. In una remota città di montagna, ad esempio, decine di famiglie con anziani e bambini sono bloccate perché viene loro rifiutato di proseguire il viaggio verso sud. La gente del posto avrebbe minacciato di bruciare vivi i turisti se avessero cercato di andare avanti. «Siamo stati presi in ostaggio in Perù» ha dichiarato una donna francese.
In molti sono rimasti con pochi soldi, e la gente del posto si rifiuta di vendere loro cibo e acqua, ha raccontato un altro testimone. «Non siamo noi i responsabili di ciò che sta accadendo in questo Paese».